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Le piogge intense hanno aggredito il territorio di Barcellona e Terme Vigliatore: danni ingenti

Terme Vigliatore e Barcellona accomunate dalla fragilità di un territorio mai messo in sicurezza nonostante i danni ingenti verificatisi nell'alluvione del 22 novembre 2011. La “bomba d'acqua” che nel pomeriggio di sabato ha investito Barcellona, Terme Vigliatore e Rodì Milici, ha messo in evidenza ancora una volta il malgoverno del territorio. C'è stata anche una evidente sottovalutazione dei rischi. Infatti sono stati evidenti i ritardi con cui è stato diramato il comunicato di allerta meteo diffuso dall'assessore alla Trasparenza alle 16,13, quando già la pioggia aveva in buona parte trasformato le strade in torrenti. Tra i fattori della mancata messa in sicurezza di un territorio reso vulnerabile ad ogni pioggia vi è la mancata regimentazione delle acque piovane e torrentizie. Anzi, sono state manomesse persino le saie, che hanno rappresentato per decenni l'unico baluardo di difesa del territorio. Si tratta di un reticolo di canali naturali attraverso i quali si garantiva il regolare deflusso delle acque piovane dalle alture fino al mare od ai torrenti.

Negli anni molte di quelle saie sono state trasformare in strade carrabili che in occasione di ogni nubifragio si trasformano in torrenti in piena. È il caso delle saie Riti, Garrisi e Borraccio, alcune inscatolate ed interrate, altre come la saia Garrisi trasformata in strada carrabile, a cui si attribuiscono - con l'aggiunta delle acque del canale di scolo dell'A20 - le devastanti e violente inondazioni che hanno devastato i quartieri di Sant'Antonino e Sant'Antonio e causato sul litorale di Cantoni una gigante voragine che ha permesso alla furia delle esondazioni di sfociare, aprendo un varco sulla spiaggia, verso il mare. Danni ingenti anche alle arterie stradali interne, vie Santi Recupero e Pietro Micca trasformate in fiumare, e al tratto di strada statale 113 che collega Barcellona a Terme Vigliatore sulla cui carreggiata si sono riversati banchi di fanghiglia che hanno causato l'interruzione dei collegamenti fino a tarda notte di sabato.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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