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Morti per un parcheggio a Ucria: “Dinamica poco chiara, ferragosto di follia”

Salvatore Russo, 29enne macellaio di Paternò, residente a Belpasso, sottoposto a stato di fermo dai carabinieri di Patti e di Messina fin dalla sera di Ferragosto con l'accusa di avere compiuto il duplice omicidio di Ucria, ha raccontato al magistrato la sua versione del doppio delitto.

Lo stesso ha fatto il cognato del giovane, Salvatore Balsamo, in atto soltanto indagato, il quale si trovava in compagnia del ventinovenne nell'abitazione sul cui uscio lo stesso ha sparato all'altezza del volto, ad Antonino e Fabrizio Contiguglia, zio e nipote,  62 e 27 anni,  uccidendoli sul colpo.

Un duplice omicidio che, secondo quanto ricostruito stamani in una conferenza al Comando provinciale dell'Arma, sulla base delle sole due versioni disponibili (quelle appunto dei due cognati) e degli elementi fin qui raccolti, si sarebbe consumato al culmine di una spedizione punitiva messa in atto dai Contiguglia e guidata da Antonino Contiguglia (di cui è stato ricordato ieri lo spessore criminale in ambito mafioso) a seguito di una lite iniziata già nella giornata del 14 agosto per l'occupazione, da parte di Salvatore Russo, di un parcheggio in uso ad una parente dei Contiguglia, affetta a quanto pare da disabilità a una gamba.

Russo ha ammesso di aver sparato dapprima un colpo di pistola, poi altri due o tre, uccidendo zio e nipote, e quindi d'aver colpito ad una spalla il loro parente Salvatore Contiguglia, 43 anni: lo avrebbe fatto solo per difendersi e salvare la sua vita, essendo il bersaglio di una spedizione punitiva che  sarebbe stata compiuta da 5-6 persone in tutto.

Secondo questa ricostruzione una di esse, non è ancora chiaro chi, brandiva la pistola calibro 7,65 con matricola abrasa che Russo gli avrebbe sottratto, praticamente strappato di mano, mentre l'arma era già puntata contro di lui, procurandosi con il grilletto un'abrasione tra il pollice e l'indice. Poi durante la colluttazione avrebbe esploso il secondo colpo mortale, quindi uno o due - ha raccontato - nella foga del drammatico momento.

Al sostituto procuratore Andrea Apollonio, Salvatore Russo ha anche detto di essersi successivamente disfatto della pistola salendo al piano superiore dell'abitazione, e gettandola tra le erbacce all'interno di un vicino edificio abbandonato dove in effetti i carabinieri l'hanno ritrovata. Questa al momento la versione dei fatti fornita dal giovane sottoposto in queste ore al giudizio di convalida del fermo.

La Procura di Patti ha ritenuto la sua versione poco convincente in termini di "legittima difesa", valutando la sua reazione "sproporzionata" in considerazione dei due colpi sparati all'altezza del volto ai due Contiguglia ed anche quello che ha attinto ad una spalla il terzo Contiguglia mentre fuggiva.

Comunque, in conferenza stampa, sia il procuratore di Patti Angelo Cavallo che il comandante del nucleo investigativo del Comando provinciale, Ivan Borracchia, partendo dai "dati oggettivi fin qui raccolti", ovvero dal fatto che Salvatore Russo abbia dovuto affrontare una pericolosa spedizione punitiva da parte di 5-6 persone (già individuate e indagate alcune) parlano di "una dinamica ancora fluida in cui molti più che dovuti accertamenti  vanno fatti e sono in corso di esecuzione".

Inevitabile purtroppo, dinnanzi a un fatto così efferato, il contesto di paura e omertà: "Durante il nostro sopralluogo il giorno dopo, la zona dell'abitato prospiciente all'abitazione - ha detto il procuratore di Patti,Angelo Cavallo - sembrava disabitata, abbandonata".

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