A Valle degli Angeli ogni giornata che passa per la gente che non vuole lavorare ed è transitata, o nata, dalla parte dei “ladri”, è una continua scommessa con la vita negata.
E Vico Fede numero 4, il “centro commerciale” dell'inchiesta che ieri ha portato a 17 arresti per droga da parte della polizia, un budello di mattoni forati alla rinfusa, è l’emblema di tutto.
Il gip Salvatore Mastroeni - riporta la Gazzetta del Sud-edizione Messina oggi in edicola - in questa indagine in cui s’incastrano vecchie conoscenze e volti nuovi, non ha soltanto scritto un’ordinanza di custodia cautelare. Ma molto di più.
Ed è molto interessante, per capire meglio tutto quando il contesto, raccogliere i pensieri espressi dalle sue parole pesanti come pietre, che introducono le 204 pagine del documento giudiziario.
«L’indagine – scrive il magistrato –, offre uno spaccato significativo di uno degli “ambiti di lavoro” prosperi a Messina. In una città in cui il lavoro latita, i negozi chiudono e i migliori giovani sono costretti ad emigrare, si vive anche di espedienti. In questo quadro, non del tutto esaltante, vi è un punto di discrimine, quando si arriva ai comportamenti penalmente illeciti, in cui deve intervenire il giudice penale».
Il luogo dove tutto è accaduto: «Vico Fede n. 4, Valle degli Angeli, è uno spaccato illegale, criminale, drammatico, emblematico della Messina povera ed emarginata. Vico Fede n. 4 è antiStato ma è anche vite senza speranza, fra omicidi, droga e tanto, tanto carcere, e vendita di droga/morte ad altri “sventurati”». Dove arretratezza e povertà si fanno criminalità, con all’orizzonte carcere, se non morte, senza una luce.
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