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Messina, blitz nel rione Mangialupi: caccia ai fornitori di droga albanesi

L'arresto di Santino Di Pietro

La Squadra mobile sta ancora dando la caccia agli indagati sfuggiti all'ordine di cattura del gip nell'ambito dell'operazione antidroga denominata “Tunnel”, che ha dato una spallata a un sodalizio con quartiere generale nel rione di Mangialupi di Messina.

Ricercati tre albanesi che secondo l'accusa sarebbero i fornitori delle sostanze stupefacenti spacciate prevalentemente nella città dello Stretto. La polizia sta scandagliando le loro frequentazioni.

Intanto - ricostruiste la Gazzetta del Sud in edicola -, dall'ordinanza di custodia cautelare sfociata in 15 misure in carcere, 12 delle quali eseguite venerdì scorso, emerge il ruolo di primo piano di Santino Di Pietro, 21 anni, nipote del capoclan di Mangialupi Francesco Turiano. Proprio quest'ultimo gli avrebbe dato l'investitura per continuare l'attività di narcotraffico di marijuana e cocaina.

Suo fidato collaboratore era Francesco Delia, che lo accompagnava nei viaggi per l'approvvigionamento della “roba”. Intanto, il presidente dell'Fc Messina Rocco Arena, a proposito dell'arrestato Salvatore Micari, che lo ha affiancato in occasione della conferenza stampa di presentazione a Palazzo Zanca e di un sopralluogo allo stadio Celeste, precisa: «È solo un conoscente, non ha nessun ruolo nella società calcistica».

Ieri, inoltre, hanno preso il via ieri gli interrogatori di garanzia davanti al gip Finocchiaro: Antonino Ieni, detenuto nel carcere di Barcellona, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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