«Ciao Viviana, ascoltami bene: torna a casa, hai fatto solo un piccolo incidente. Non succederà niente né a te né al bambino, ti aspettiamo tutti a braccia aperte. Ti aspetto, ti amo e mi mancate tantissimo». Parla così in un breve video pubblicato sul suo profilo Facebook Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi e padre del piccolo Gioele.
Della 43enne e del piccolo non si hanno più notizie da ormai tre giorni, da quando la donna ha lasciato l'auto dopo un incidente stradale sulla A20 Messina-Palermo nel territorio di Caronia. Li hanno cercati anche sul fondo di due laghetti. I sub dei vigili del fuoco venuti da Palermo hanno scandagliato i fondali di due invasi artificiali nelle campagne ma non hanno trovato nulla.
Resta più fitto che mai il mistero sulla sorte della dj e del figlio. Le ricerche nelle quali sono impegnate 70 persone di vari corpi, unità cinofile e alcuni volontari girano a vuoto. E in fondo questa potrebbe essere una buona notizia perché toglie peso all’ipotesi, sempre seguita, di un gesto disperato. Su un punto cruciale del giallo gli investigatori si ritrovano concordi: quello di Viviana è stato un allontanamento volontario.
Emerge in modo netto dalle circostanze strane della sua scomparsa a partire dal fatto che, uscendo di casa, ha detto
al marito una bugia: quella di essere diretta a un centro commerciale di Milazzo. E invece ha imboccato l’autostrada e ha percorso oltre cento chilometri per fermarsi, dopo un banale incidente, su un cavalcavia della A20 Messina-Palermo. Ha lasciato a bordo la borsa, il cellulare e i documenti, ha scavalcato il guardrail con il bambino ed è svanita nel nulla.
In quelle condizioni non poteva a piedi fare molta strada. Per questo le ricerche si sono concentrate in un’area di qualche chilometro. Per puro scrupolo le squadre, che utilizzano droni e unità cinofile, si sono spinte anche oltre seguendo le indicazioni del piano predisposto in Prefettura. L’assenza di tracce sta alimentando l’idea che Viviana sia una donna in fuga dalla famiglia e dai fantasmi che da qualche tempo agitavano la sua vita.
Ne ha parlato il marito che ha accennato alle crisi depressive della moglie. E ne ha lasciato tracce in vari post su Facebook la stessa Viviana. Il suo forte attaccamento al figlio viene letto ora come un approdo di disagi esistenziali aggravati dalla paura del Covid, dalle costrizioni del lockdown e dall’impossibilità di vedere i parenti di Torino da dove si era trasferita una decina di anni fa per vivere a Venetico, vicino a Messina.
La sua fuga faceva parte di un piano preordinato? Anche questa ipotesi si va facendo strada assieme al sospetto che qualcuno possa avere dato un appoggio a Viviana favorendo in qualche modo la sua decisione di uscire dalla «bara di cristallo» in cui si sentiva ingabbiata e, come scriveva su Facebook, per «riprendermi il mio passato, per andare avanti con il presente e il futuro se Dio vuole».
Si cerca di dare un senso anche alla sua intenzione di «riprendere un po' la mia vita lavorativa per vivere, per ritornare nella famiglia, per condividere di nuovo tutto, collaborare con il mio compagno di viaggio, che comunque da solo ha continuato a lottare per il lavoro e la quotidianità». E quindi l’annuncio di volere «ripartire da zero». Non si legge in queste parole il segno chiaro di una crisi con il marito, che anche lui nega, ma resto oscuro il modo in cui Viviana pensava di «ripartire da zero» in un viaggio che si è perduto a cento chilometri da casa.
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