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Messina tra passato e futuro: quanta voglia di rivivere quegli anni indimenticabili al Lido di Mortelle

Rabbia e nostalgia dopo aver visto le foto del totale disastro in cui versa il Lido di Mortelle

Esci dall’acqua che hai le labbra viola. Quante volte, magari di sera, dopo lunghi giri d’asfalto deserto ci compaiono davanti al vetro offuscato del parabrezza le raccomandazioni di una Madre con le mani in movimento verso il viso che hanno scandito per anni la nostra giornaliera esistenza estiva al lido di Mortelle. O in qualunque altro mare ci siamo immersi da ragazzi. E ce le ricordiamo tutte ripassando mentalmente sulla vetrata automobilistica notturna ogni sospiro, sopracciglio inarcato, ogni frase rituale del sentimento. La maglia di lana, le scarpe sono nuove mi raccomando non giocare a pallone, i pantaloni li abbiamo comprati giovedì non li bucare la domenica, se mangi la cioccolata ora poi non avrai più fame, resta a casa che oggi fa freddo, i tuoi capelli sono troppo lunghi, ma questo è fazzoletto da portare in giro?, ecco le toppe blu ci stanno bene sulla tuta, non fare tardi e stai attento.

Stai attento. Di per sé genericamente a cosa dovessimo stare attenti allora non comprendevamo affatto e sbraitavamo della insistente ritenuta inutile litania. Ma oggi sappiamo che quelle parole costanti erano il compendio amoroso di un annuncio immortale, un libro sintetico scritto dalle nostre venate solitudini, un treno cosparso di sangue della nostra stazione permanente. Davanti a quel vetro automobilistico opaco magari ci culliamo un paio di minuti ancora prima di rientrare, ci dilunghiamo su quelle mezzefrasi ormai spezzate. E ritroviamo il volto illuminato di una Madre che ponderava attentamente i nostri anni.

Così è stato sicuramente per molti di noi dopo aver visto le foto del totale disastro attuale in cui versa il Lido di Mortelle, dello scempio del tempo e dell’uomo. Foto che hanno colpito parecchio i messinesi, a giudicare dai grandi riscontri che abbiamo registrato sul nostro sito web. Quindi alzi la mano chi, almeno fino a quando il Lido di Mortelle è rimasto “in vita”, non ha passato almeno una giornata intera navigando in quelle acque fino allo stremo. Le cabine dipinte di nuovo ad ogni estate e le piscine, il gazebo in muratura dove si sfornava quella pasta al forno fantastica che da piccolo non arrivavi nemmeno all’altezza giusta per afferrare bene i piatti di plastica, con quei costumi di spugna che rimanevano inzuppati fino al tramonto, nella nostra lunga estate da maggio a ottobre, liberi dalla scuola da giugno a settembre.

Erano giornate di libertà assoluta “rinchiusi” tra lo stradone di Mortelle e la meravigliosa spiaggia lunga e larga, di sabbia finissima, inseguiti da queste nostre Madri che urlando dalla riva di labbra viola e dita rattrappite pretendevano ritmi troppo cadenzati di cose assolutamente strampalate per noi, come il riposino pomeridiano e la merenda di “frutta tagliata” rigorosamente in boccia di vetro con il tappo a scatto. L’ondata - è il caso di dire -, di visualizzazioni registrata sul nostro sito dell’articolo dello scempio, ci ha fatto capire che il Lido di Mortelle è uno degli autentici luoghi del cuore dei messinesi, e di parecchie generazioni. Ognuno di noi ha un ricordo particolare e personale di quel posto magicamente calato in quel luogo di quando la nostra città stretta e lunga quasi termina sul versante a nord.

E magari si augura di poter rivivere con i propri figli, o con i propri nipoti, i fasti di un tempo non molto lontano. Per questo pensiamo di interpretare il pensiero comune se chiediamo a chi se ne sta occupando di farlo rivivere veramente. In nome di un grande progetto di rilancio per tutta la città. E per quegli anni assolutamente indimenticabili.

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