Cateno De Luca non perde tempo: a poche ore dalle sue dimissioni da sindaco, trasferisce a Palermo il suo gioco al rialzo. Con una mossa a sorpresa, l’ex sindaco di Messina ha convocato una conferenza stampa, questa mattina, nella sala rossa di Palazzo dei Normanni, sede dell’Ars, per presentare, al fianco del suo “delfino”, il deputato regionale Danilo Lo Giudice, una mozione di sfiducia nei confronti del governo Musumeci.
“Non ci possiamo permettere 8 mesi di balcanizzazione politica - ha spiegato De Luca -, meglio votare tra 60 giorni, vi dico anche la data, la prima domenica dopo Pasqua. Elezioni regionali subito, a giugno le amministrative di Palermo e Messina, che altrimenti sarebbero ulteriore causa di fibrillazione politica”.
Una mossa che rientra nel progetto “De Luca sindaco di Sicilia”, dal quale il leader di Sicilia Vera sembra intenzionato a non recedere: “Non mi sono dimesso da sindaco - ha sottolineato - per fare il secondo di qualcuno. Il centrodestra? Noi non siamo mai stati considerati nel centrodestra e, anzi, aggiungo che il centrodestra in questi anni non è mai esistito”. Adesso la mozione di sfiducia “verrà presentata a tutti i gruppi parlamentari, senza pregiudizi”. L’ennesima provocazione o la prima mossa di una partita tutta da giocare?
La conferenza stampa
«Le nostre proiezioni ci danno in una forchetta che dal 15 al 20 per cento. E già stiamo programmando una serie di incontri perché cominceremo a ufficializzare le candidature provincia per provincia. Non candideremo deputati uscenti, a eccezione di Danilo Lo Giudice che è ancora... "sub iudice", l’unica deroga che Sicilia vera concederà sarà nei suoi confronti». Lo ha detto il leader di Sicilia vera, Cateno De Luca, ex sindaco di Messina e candidato alla presidente della Regione siciliana, nel corso della conferenza stampa all’Ars. «A ogni modo, per De Luca il candidato nell’ambito del centrodestra - ha aggiunto - non sarà Miccichè perché se io non faccio un passo indietro, nessun big del centrodestra vorrà sfidarmi. E quindi Musumeci dovrà ringraziarmi perché se verrà ricandidato sarà solo grazie a me».
Un astio dichiarato quello nei confronti del presidente della Regione uscente, dopo la «iattura del buon Crocetta, la sciagura Musumeci": «Dopo il mio arresto mi trovavo nel periodo dell’isolamento politico ed ero un appestato agli occhi del buon Musumeci che da maestro della doppia morale ha messo un timbro sulla mia testa». Poi, guardando al presente, De Luca ha aggiunto: «In questo momento il Pd e il M5s stanno facendo le macumbe perché io non ritiri la mia candidatura perché partono dal presupposto che spaccherei il centrodestra, ma ogni campagna elettorale fa storia a sé. C'è chi pensa anche che se il centrodestra si presentasse unito vincerebbe, ma credo che oggi questo assunto non funzioni. Posso già pronosticare che chiunque vincerà queste elezioni non avrà la maggioranza - ha concluso - la mia candidatura porterà a una maggioranza che nascerà in aula fatta su punti programmatici ben precisi».
E la candidatura di Gianfranco Miccichè? «E' un amico vero e una persona leale - ha detto De Luca - Dobbiamo capire se unisce più la sua candidatura che la mia: tra amici si discute. Sia chiaro però, il futuro lo voglio scrivere io, tra qualche mese compio 50 anni. Ci vuole una rivoluzione generazionale, non delego più a una classe politica logorata che quando parla non viene capita dalla gente: in questo Palazzo si vive una vita scollegata, politicamente sclerotizzata». Con Matteo Salvini, l’ex sindaco ha avuto sempre un filo diretto. «A Salvini l’ho detto, a me la logica dei battesimi non mi piace. Per me esiste solo il battesimo cristiano. Questa logica che serva essere battezzato a Roma per essere candidato alla presidenza della Regione la respingo. La partita si deve giocare qui, siamo noi a ribaltare il ragionamento. Sono interessato a creare un progetto meridionalista, un brand trasversale». E a chi gli ha chiede se alla fine possa essere lui il candidato del centrodestra risponde: «No. Posso accettare solo un progetto meridionalista, quello è l’approdo».
"Nella mia lista big Pd M5s e centrodestra catanesi"
Un politico di centrodestra che ricopre una carica istituzionale a Catania, un esponente del Pd e un altro del M5s: Cateno De Luca non ha rivelato i nomi ma ha preannunciato che questi tre politici faranno parte della lista elettorale, a Catania, che sosterrà la sua candidatura a governatore in Sicilia. "Non è vero che il mio bacino elettorale proviene dal centrodestra, il dato eclatante di Messina lo dimostra: a Messina ho eroso il 50% della base elettorale del M5s - ha affermato - Noi abbiamo la credibilità e l’appetibilità di essere attrattivi a livello trasversale, non candidando deputati uscenti questo progetto è l’unico che crea nuova classe dirigente».
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