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Il referendum sulla scissione di Montemare, Messina è di tutti: va difesa

L'assordante silenzio della politica. Sul referendum che dovrebbe sancire la scissione dei 12 villaggi (il tredicesimo è il minuscolo e disabitato borgo di Massa San Nicola) di Montemare dalla città di Messina, non si è espresso nessuno o quasi. Come fosse una “boutade”. Abbiamo sentito solo la voce, contrariata e preoccupata, del sindaco De Luca, la dichiarazione formale dell'assessora regionale agli Enti locali Bernadette Grasso, e poi nient'altro. Nessun partito, nessun gruppo consiliare, nessuna forza politica e sociale che non sia il Comitato che ha promosso il referendum.

La I Municipalità in fuga

Non si ha la percezione di quello che potrebbe accadere il 13 dicembre 2020. Snobbare la consultazione, da parte dei messinesi, significherebbe avallare un processo gravissimo (e anti-storico) di frantumazione del territorio comunale, con conseguenze già oggi facilmente prevedibili. Quali? Eccone subito una: la richiesta (già formalizzata con regolare delibera approvata dal Consiglio circoscrizionale) di “secessione” dal capoluogo dei villaggi della Prima Municipalità, cioè tutte le frazioni, i casali e i borghi dell'estrema zona sud (una fetta di territorio popolata da oltre ventimila abitanti): Giampilieri Marina, Giampilieri Superiore, Molino, Altolia, Briga Marina, Briga Superiore, Pezzolo, Ponte Schiavo, Santa Margherita Marina, Santo Stefano di Briga, Santa Margherita, Santo Stefano Medio, Galati Marina, Galati Superiore, Galati Inferiore, Mili San Marco, Mili Marina, Mili San Pietro, Tipoldo, Larderìa e Tremestieri. Ma ci pensate? È o non è una follia? Si intervenga, prima che sia tardi. Fermiamo queste spinte assurde verso la dissoluzione di una realtà territoriale che, invece, andrebbe esaltata, potenziata, valorizzata, come la grande Città dello Stretto, con tutte le sue diramazioni.

Il Comitato Montemare

I rappresentanti del Comitato promotore, intanto, continuano a giocare la propria partita. «Il referendum che ormai da tanto tempo attendiamo sta per arrivare - scrivono in una nota - e, sperando di non rivivere un dejavu che ricordi ciò che è successo due anni fa, finalmente gli abitanti delle ex Circoscrizioni XII e XIII, saranno liberi di scegliere se continuare a fare parte del Comune di Messina o se diventare cittadini di quello che sarebbe il centonovesimo Comune del Messinese: Montemare. Occorre precisare che il primo cittadino ha solo indicato un giorno all'ufficio elettorale, ma che non ci sarà l'ufficialità di questa fino a quando non verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale un decreto firmato da lui e dall'assessore regionale alle Autonomie locali, Bernadette Grasso. Per questo andremo con i piedi di piombo prima di cantare vittoria (perché comunque per noi è già una vittoria avere la possibilità di scegliere, e quindi di votare)», insistono i componenti del Comitato.

«Due anni fa - aggiungono - il sindaco aveva presentato un ricorso straordinario alla Regione siciliana pochi giorni prima del voto. In realtà sapeva benissimo che il progetto era valido e legittimo quanto la legge che lo aveva valutato. De Luca, infatti, in una vecchia dichiarazione aveva asserito che “quello che mi brucia di più sono questi 700 mila euro necessari per indire il referendum. Farò di tutto per ritardarlo”. Non si parla di tenere al territorio o di annullare tutto, ma solo dei soldi da spendere per il referendum e di ritardarlo. Un'altra precisazione da fare alle dichiarazioni del sindaco, ma solo perché è giusto che i cittadini sappiano davvero come stanno le cose, è che il territorio del Comune di Montemare (per inciso: i villaggi di Castanea, Salice, Gesso, Spartà, San Saba, Ortoliuzzo, Acqualadrone, Rodia, Piano Torre e Massa San Giorgio, Massa San Nicola, Massa Santa Lucia e Massa San Giovani), non è vero che “non avrebbe le risorse per gestire le funzioni di un'area così complessa”. Fino a quando non si insedierà il Consiglio comunale le cose non cambieranno di una virgola, mentre dopo ci sarà la possibilità di gestire più oculatamente ed efficacemente le risorse disponibili in accordo con i cittadini e le loro esigenze, attraverso una nuova macchina amministrativa. Il Comune di Montemare è fattibile, potrà sostenersi, e questo lo dice un progetto presentato in termini di legge e approvato dalla Regione siciliana». Questo è quanto sostiene il Comitato.

L'ora della Politica

Ora una Politica seria, con la P maiuscola, cosa dovrebbe fare? Sedersi attorno a un tavolo, vedere come si può recuperare il rapporto sfilacciato con le zone più distanti del territorio comunale, accelerare i processi di attuazione (vera, non a parole) del decentramento amministrativo. Ma una Politica seria, con la P maiuscola, interverrebbe anche per bloccare questa “fuga dalla realtà” che rischia di far perdere perfino lo status di Città metropolitana a Messina. Che sarà pure “matrigna” ma è la nostra Messina, la città di tutti i messinesi, che va da Ortoliuzzo fino a Galati e Giampilieri.

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