Una mappa precisa degli arrivi e degli spostamenti. Una risposta assolutamente convinta e collaborativa da parte dei viaggiatori, almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Questa è la banca dati "dello scandalo" e questi sono i risultati del primo giorno della sua entrata in vigore, prima che venga fermata dalla delibera, annunciata per oggi, del consiglio dei ministri che ne dichiarerà la inefficacia sulla base del parere del Consiglio di Stato, espresso d'urgenza su richiesta del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
Lo strumento ideato dal sindaco di Messina Cateno De Luca si è rivelato prezioso, per la prima volta si è fatto il quadro certo di tutti gli arrivi in Sicilia attraverso lo Stretto e soprattutto di tutte le località dove chi è sbarcato era destinato per trascorrere l'obbligato periodo di autoisolamento.
Si è anche reso più agevole il controllo e il futuro passaggio senza più trafile burocratiche dei tanti pendolari che si spostano per comprovate esigenze di lavoro tra le due sponde dello Stretto.
Ieri, primo giorno del database, sono stati 568 i pendolari e 67 i viaggiatori scesi da 4 aliscafi nel porto storico e da 4 traghetti alla rada san Francesco. Il totale delle persone che hanno attraversato Messina è di 635.
E la richiesta preventiva, inserita nella banca dati che ha stabilito obbligo di prenotazione in anticipo per chiunque decide di arrivare in Sicilia dallo stretto, è stata presentata da 573 persone. Solo 62 non lo hanno fatto o si sono messe in regola successivamente.
E dunque, al di là delle polemiche, degli scontri istituzionali, delle guerre sante e delle difese di prerogative statali, regionali e metropolitane o locali, qualcuno ci spieghi perché non dovrebbe essere utile un simile strumento? Perché non dovrebbe servire anche ai sindaci di tutti gli altri Comuni che così sono informati in tempo reale degli arrivi nei territori di loro competenza dove i viaggiatori devono trascorrere la quarantena?
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