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Zafferia e Santo Saba: tengono banco due situazioni di fragilità idrogeologica molto grave sia per il rischio di nuove erosioni rapide e colate fangose che per la necessità di portare a compimento i lavori urgenti. Interventi indispensabili per disinnescare tale pericolo in attesa delle soluzioni definitive. Con in più, laddove la Statale 113 è rimasta spezzata in due tronconi, il macigno organizzativo piovuto sulle famiglie di San Saba, Spartà, Piano Torre, in conseguenza dell’irraggiungibilità dei caselli di Villafranca. Un muro che determina fin da oggi problemi di trasporto per tanti studenti e lavoratori, e ancor più di prestazioni mediche e sanitarie per anziani e diversabili, che il Comune e l’Atm stanno cercando di risolvere. Stamani alle 9 si terrà il sopralluogo congiunto Comune-Anas a San Saba, e subito dopo un vertice in Prefettura per definire tutte le soluzioni possibili riguardo ad un nodo grave quale quello rapprsentato dal depotenziamento della 113.
ZAFFERIA
È ancora impressionante la mole di terra, fango, grosse pietre e detriti che si trovano nel tratto più a monte della via Chiesa Vecchia del borgo antico di Zafferia. Per tutta la giornata di ieri le due imprese messinesi affidatarie dei lavori di somma urgenza, per circa 200mila euro, disposti e finanziati dall’Autorità di Bacino ed eseguiti dal Comune quale soggetto attuatore (Edilav e Intercontinentale) hanno lavorato senza soste con due tipologie di mezzi per due diversi obiettivi. Con quelli più grossi si sta tuttora operando per fare in modo che le acque torrentizie del tratto monte si riconvoglino naturalmente nell’alveo della fiumara, sopralluvionato addirittura per un’altezza di due metri. Si svolge quindi un’imponente attività di svuotamento dell’alveo naturale, al fine di eliminare l’ostruzione che ha portato alla fuoruscita laterale dell’acqua, del fango e delle pietre che lungo la strada arginale hanno travolto le auto in sosta e mettendo a rischio la pubblica incolumità. Al contempo la stessa strada viene liberata dalle masse di terra, per poter servire agli spostamenti dei residenti ma con precise regole di sicurezza a cominciare dal parcheggio. Le molte migliaia di metri cubi di terra, alla fine verranno in gran parte ricollocate lungo la fiumara. Questa dura corsa contro il tempo viene seguita con attenzione dai residenti - una cinquantina di nuclei lungo la via Chiesa vecchia, una trentina nella via Kuba – i quali hanno dimostrato al Comune il loro senso di responsabilità partecipando in massa all’incontro di sabato che ha anche definito l’imminente riattivazione delle sirene e la verifica delle condotte da tenere in caso di suono di preallerta e allerta. Dalla popolazione arrivano ulteriori segnalazioni e richiste di aiuto a fronte di pesanti disservizi. «Nella zona di via Kuba – sottolinea Massimiliano Romeo – i miei genitori e tanti altri sono isolati telefonicamente e per la connessione internet, visto che le frane hanno tranciato alcuni cavi che passavano nell’alveo». Facile immaginare cosa possa significare in una notte di pioggia alluvionaler non poter contattare né essere contattati.
SAN SABA
Sul ponte Mella della Statale 114, la situazione complessiva appare altrettanto complessa e di difficile soluzione immediata, ma anche qui le Istituzioni sono mobilitate e cercano di bruciare le tappe. Il cedimento erosivo sotto la carreggiata è stato notevole e rovinoso ed ha intaccato per oltre un metro la fondazione stradale, come può vedersi da una croce rossa che è stata tracciata sull’asfalto per indicare il punto. Come ricorda l’assessore Caminiti, domattina si terrà un sopralluogo decisivo per comprendere i tempi e anche la tipologia della necessaria “riprofilazione del pendio”. Le copiose acque discendenti dalla collina di contrada Corridore hanno eroso una parte del pendio, alto circa 8 metri e mezzo, che oggi sarà dimensionata con maggiore precisione. Tecnicamente, inoltre, l’ente statale renderà noto se intende ricostruire la parte sottostante alla sezione stradale con il ricorso a conglomerato cementizio (con i relativi tempi di stagionatura) o ad altri materiali. Ma al di là degli aspetti tecnici, e della connessa chiarezza sui tempi di ricostruzione, tutti si attendono oggi la verifica di un’organizzazione efficiente per non trasformare la vita quotidiana, in particolare il trasporto verso le scuole della città o della provincia tirrenica, ed il relativo rientro a casa, in un incubo fatto di tempi lunghi a causa della totalità impercorribilità anche pedonale del ponte (si pensi a quei residenti che non possono, per pochi metri, nemmeno raggiungere un vicino) e delle distanze e relativi tempi correlati alle strade dei villaggi collinari.
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