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Caso Cuzzocrea all'Università di Messina, la direttrice di Chibiofaram: «Ratificate spese del 2023»

L’intervento della prof.ssa Spanò, a capo del Dipartimento al centro del caso Cuzzocrea: «È stato un atto dovuto». Resta la decisione dell'Ateneo di sospendere i pagamenti di quelle spese.

La ratifica delle spese relative ai progetti scientifici curati dall’ex rettore Salvatore Cuzzocrea era «un atto dovuto», una «presa d'atto» relativa a provvedimenti che si collocano temporalmente tutti nel 2023. A precisarlo, attraverso una nota di rettifica inviata al nostro giornale, dopo l’articolo pubblicato ieri, dall’avvocato Nunzio Rosso, è la direttrice del dipartimento Chibiofaram dell’Università di Messina, la prof.ssa Nunziacarla Spanò, che ha presieduto il consiglio di dipartimento del 29 gennaio in cui quelle spese – poi bloccate dai vertici dell'Ateneo – sono state ratificate.

«Gli accadimenti così come descritti nel pezzo – si legge nella nota – non si sono mai storicamente verificati. Sul punto, invero, occorre evidenziare che: nessuna delle somme in oggetto è rimborso e pertanto nulla ha a che vedere con fatti che sono eventuale oggetto di indagine dell’Autorità giudiziaria, né ovviamente prosecuzione o continuazione di quegli stessi fatti e condotte; tutte le somme indicate nel pezzo corrispondono a spese già effettuate nell’anno 2023 e, si ripete, non a rimborsi; la prof.ssa Spanò è direttrice del dipartimento Chibiofaram dal 17 gennaio 2024 ed anche pertanto alcuna delle spese di che trattasi è riferibile a costei; in data successiva alla sua nomina è intervenuta, quale atto dovuto, la presa d’atto e ratifica delle spese già eseguite nell’anno 2023, con delibera assunta all’unanimità dei presenti dal consiglio di dipartimento del 29 gennaio 2024 (con la sola astensione del prof. Salvatore Cuzzocrea)». Il legale conclude affermando che «il contenuto del pezzo, oltre che erroneo, è gravemente diffamatorio nella misura in cui attribuisce, tra l’altro, alla Prof. Spanò la “reiterazione” di condotte che si assumono illecite (sostituendosi in tal senso il giornalista all’Autorità giudiziaria)».

A questo proposito, è giusto chiarire che mai questo giornale potrebbe sostituirsi all’autorità giudiziaria, né nel pezzo citato si fa riferimento alla reiterazione di condotte illecite. L’utilizzo del termine rimborsi non è tecnico, ma una semplificazione giornalistica, figlia anche della spiegazione che, qualche mese fa, lo stesso prof. Cuzzocrea diede a questo giornale a proposito delle prime spese contestate: «Sono spese sostenute regolarmente e poi messe a rimborso – ci spiegò l’ex rettore –, secondo i regolamenti vigenti. Spese fatte per la ricerca, ribadisco, semplicemente anticipate e poi rimborsate». Da qui l’utilizzo, in buona fede, di quel termine. Le spese ratificate nella riunione del 29 gennaio scorso sono effettivamente tutte relative al 2023 e, del resto, non poteva essere altrimenti, considerato che Cuzzocrea ­– come viene riportato nell'articolo di ieri – ha chiesto e ottenuto di essere sostituito «per ovvie ragioni di opportunità» nell’incarico di responsabile scientifico dei progetti ai quali fanno riferimento le spese stesse. Così come è stato riportato che la prof.ssa Spanò è effettivamente direttrice del dipartimento da metà gennaio. Nel dettaglio e per maggior precisione, l'arco temporale nel quale si inseriscono i 42 decreti di spesa ratificati per i progetti scientifici di cui era responsabile l'ex rettore Cuzzocrea va dal 27 gennaio 2023 al 6 dicembre 2023, quindi tutti relativi ad un periodo antecedente l'elezione della prof.ssa Spanò. Resta il fatto che l'amministrazione centrale dell'Ateneo, guidata dalla neo rettrice Giovanna Spatari, con un provvedimento successivo ha bloccato quelle stesse spese ratificate il 29 gennaio. Una scelta, probabilmente, prudenziale, della quale, probabilmente, si saprà di più nelle prossime settimane.

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