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Chi scende in piazza contro il Ponte e chi no

Diario messinese

Chi scenderà in piazza oggi non è un “cavernicolo”. Così come chi pensa che il Ponte sia una grande opera, che può portare sviluppo e occupazione, non è un “lobbista” paramafioso e speculatore. Chi scenderà in piazza oggi ha certamente a cuore le sorti del territorio. Esattamente come chi pensa che il Ponte possa essere anche un capolavoro d’ingegneria e architettura, come avviene in tutte le altre parti del mondo, inserendosi nel paesaggio come i Ponti di Brooklyn, di San Francisco, del Bosforo e dei Dardanelli, del Giappone, della Cina, della Svezia e Danimarca. Chi scenderà in piazza oggi crede legittimamente che ci siano altre priorità da realizzare in Sicilia e Calabria. Esattamente come chi pensa che il Ponte sia tutt’altro che una cattedrale nel deserto, ma il simbolo, ideale e concreto, del completamento di un sistema infrastrutturale che sta già interessando strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti, con investimenti miliardari programmati da ora ai prossimi cinque-dieci anni.
Chi scenderà in piazza oggi ricorre ai miti per difendere lo Stretto, Ulisse, le Sirene. Così come chi vuole il Ponte, pensa agli antichi Romani che sui ponti e le infrastrutture hanno costruito il loro impero. Chi scenderà in piazza oggi ritiene che 12 miliardi siano sprecati per un’opera del genere e che vadano dirottati verso altre priorità. Così come chi giudica indispensabile il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, ritiene che siano uno spreco le decine di miliardi che serviranno a costruire la Gronda di Genova o il centesimo impianto sportivo tra Milano e Cortina o la ferrovia Pontremolese che drenerà risorse equivalenti a quelle del Ponte e delle altre opere connesse. Chi scende in piazza oggi avrà tante bandiere in mano e si scaglierà contro il Governo Meloni. Così come tante bandiere, cioè tante espressioni politiche e culturali differenti, animano coloro che si rifiutano di pensare che sia solo il “capriccio di Salvini” un’opera studiata, progettata, invocata, da decenni e decenni.
Il Ponte che unisce due terre, il Ponte che divide due concezioni opposte. Le grandi opere si fanno in tutto il mondo. Qui ci si è sempre azzannati sul “sì” o sul “no”. Beato chi ritiene di essere depositario della verità assoluta...

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