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Messina, il comandante Giardina dopo l'aggressione: “Nessun passo indietro”

Sono denunciati a piede libero i due commercianti che giovedì mattina hanno malmenato il comandante della Polizia Municipale Giovanni Giardina. L’ufficiale ieri mattina è stato dimesso dall’ospedale dove è rimasto ricoverato sotto osservazione per una notte. Dieci giorni di prognosi, ma non sono solo le ferite fisiche che fanno male.
Giardina in città è uno degli esempi di maggiore perseveranza della tutela della legalità, in particolare nell’ambito ambientale e del commercio. Non è la prima volta che fa da parafulmine allo sfogo cieco e violento di chi non accetta le regole del comune vivere. Altre volte è stato aggredito ed è finito in ospedale, sempre avendo a che fare con commercianti che non osservavano le norme, ma stavolta l’ha passata davvero brutta.
«Ho rischiato di perdere un occhio – dice Giovanni Giardina appena rientrato in casa –. È stato un attacco brutale, violentissimo. A un certo punto mi sono sentito come sott’acqua, mi ha detto il dottore che quello è stato il momento in cui ho perso i sensi».
Il vicecomandante della Municipale giovedì scorso è passato di prima mattina nella zona di via Salandra ed ha notato la presenza del camion sul quale erano accatastate castagne e uva, all’incrocio con via La Farina. Sapeva chi erano gli ambulanti che vendevano lì. E si è fermato. «Ho detto loro che dovevano spostarsi perché non potevano stare fermi in un posto, all’incrocio di una strada a doppio senso e vicino alla caserma dei Vigili del fuoco – ricostruisce Giardina –. Essendo ambulanti dovrebbero spostarsi ogni 60 minuti. Ho visto il camion andar via e subito dopo ho recintato la zona con il nastro. Dopo un altro servizio, siamo ripassati dalla stessa zona e il nastro era stato strappato e il camion era di nuovo allo stesso posto. A quel punto sono sceso e poco dopo è successo quello che è successo. Ho sentito uno dei due che mi diceva che voleva prendere il coltello sul camion. Per fortuna non lo ha trovato ma si è armato di una pinza con la quale mi ha colpito. La seconda persone invece mi ha dato calci e pugni fino a perdere i sensi».

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