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Messina, bancarotta del settimanale Centonove: il pg chiede l'aggravamento delle pene

La requisitoria dell’accusa al processo davanti alla prima sezione penale della corte d’appello

Il tribunale di Messina

Un aggravamento delle pene inflitte in primo grado per un verso, rispettivamente di 6 e 3 mesi, e per altro verso la concessione delle attenuanti generiche, che sempre in primo grado non furono concesse.
È questa in estrema sintesi la requisitoria dell’accusa al processo d’appello per il caso della bancarotta del settimanale Centonove. È il sostituto procuratore generale Felice Lima a sostenere l’accusa davanti al collegio di secondo grado presieduto dal giudice Alfredo Sicuro, nei confronti dei due imputati rimasti rispetto al quadro iniziale di indagati e accuse. Si tratta del giornalista Enzo Basso, fondatore ed editore del settimanale, e del commercialista Giuseppe Garufi, che sono rispettivamente assistiti dagli avvocati Andrea Calderone e Carlo Mastroeni.
In primo grado, nel marzo del 2022 il collegio penale presieduto dal giudice Adriana Sciglio condannò Basso alla pena di 6 anni, 5 mesi e 15 giorni di reclusione, e Garufi alla pena di 2 anni e 2 mesi.
E ieri il sostituto pg Lima dopo aver svolto la sua requisitoria ha chiesto di “aggiungere” a queste condanne altri 6 mesi per Basso e altri 2 mesi per Garufi. La sentenza di primo grado non è stata infatti appellata solo dagli imputati ma anche dalla Procura.
Basso, fondatore ed editore del settimanale Centonove, finì ai domiciliari nel 2017 dopo un’indagine della Procura e della Guardia di Finanza con le accuse di bancarotta fraudolenta (“impropria”), falso in bilancio e frode fiscale. Garufi rimase invece coinvolto nella vicenda per l’emissione di alcune fatture legate alla gestione delle varie cooperative di gestione della testata.
In primo grado entrambi registrarono assoluzioni parziali per alcuni capi d’imputazione e una dichiarazione di prescrizione. La sentenza dispose poi anche delle pene accessorie con diversa graduazione a carico dei due, relative all’inabilità ad esercitare in futuro attività in imprese commerciali, una confisca per equivalente a carico di Basso per un caso di evasione fiscale, e anche la «restituzione della società 109 Press Srl all’avente diritto».

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