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Omicidio Portogallo a Messina, esami balistici per capire se c'è stato scontro a fuoco

Il presunto killer, già formalmente indagato per omicidio, oggi compie 37 anni. Braccato da Carabinieri e Polizia

Dal pomeriggio del 2 gennaio c’è un killer in fuga da solo, nascosto in qualche sottoscala senza telefonino, che s’è portato pure appresso una calibro 9per21 con cui quel giorno ha ucciso il 31enne Giovanni Portogallo, vittima forse non designata ma improvvisa: un paio di colpi gli sono arrivati alla spalle, mentre cercava probabilmente di fuggire barcollando in quel budello senza uscita e male asfaltato di Camaro San Luigi che è la via Eduardo Morabito, saliscendi di casette e baracche come arlecchino di mattoni forati e tetti arrangiati.

Il presunto killer, già formalmente indagato per omicidio, oggi compie 37 anni. Lo stanno cercando per tutta la città polizia e carabinieri, che lavorano a stretto contatto su delega del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e del sostituto Stefania La Rosa, per moltiplicare forze e risorse nel tentativo di rintracciarlo.

E c’è un dato di partenza importante su cui sono concentrati gli investigatori in queste ore frenetiche di perquisizioni e ricerche: l’uomo che domenica scorsa ha sparato uccidendo Portogallo e ferendo gravemente il 35enne Giuseppe Cannavò, non più tardi di un mese addietro era rimasto vittima di un agguato a colpi di pistola, gambizzato nei pressi di casa sua, proprio in quella stessa viuzza dove domenica è avvenuto l’omicidio. Evidentemente da quel momento s’era fatto molto più accorto negli spostamenti e probabilmente girava sempre armato, anche dentro casa teneva sempre a portata di mano la sua “9per21”.
Gli esami balistici, quanto prima, ci diranno anche se a sparare è stata solo una pistola oppure sul luogo dell’omicidio qualcuno ha fatto fuoco con un’altra arma, in ogni caso i bossoli ritrovati sull’asfalto e sparsi in giro sono tutti a quanto pare di calibro 9per21.

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