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Viadotto Ritiro a Messina, lavori «nei tempi». La lunga corsia unica si può evitare

Il cantiere per la realizzazione del nuovo ponte della tangenziale viaggia a buon ritmo. A fine anno sarà completa la prima carreggiata, tecnici all’opera per una nuova bretella che salverebbe la città da 10 km di coda

C’è uno spiraglio per evitare che l’autostrada Messina – Palermo diventi una lunga processione. Il Consorzio autostrade e la direzione lavori hanno in cantiere una soluzione alternativa al doppio senso di marcia su un’unica carreggiata che sarebbe dovuto scattare fra qualche mese per consentire la conclusione dei lavori di ricostruzione del viadotto Ritiro. Consorzio autostrade, la direzione lavori e l’azienda Toto che sta operando a gran ritmo in questa fase, hanno battuto palmo a palmo la zona per trovare un modo per evitare questa strozzatura che rallenterebbe in maniera insostenibile il traffico in un quadrante fondamentale non solo per Messina ma per tutta l’isola. «Stiamo valutando la possibilità che si possa realizzare una soluzione alternativa – dice Salvo Minaldi, direttore generale del Consorzio Autostrade e anche responsabile del procedimento per la messa in sicurezza del viadotto Ritiro – abbiamo individuato un punto nel quale le due carreggiate sono relativamente vicine e se potessimo metterle in comunicazione eviteremmo la stragrande maggioranza del doppio senso di circolazione».

Il punto individuato è a pochi metri dalla galleria Baglio I, la penultima prima dell’uscita obbligatoria dello svincolo di Giostra. Sulla sinistra la vegetazione è stata tagliata per eseguire i rilievi che saranno necessari per verificare la praticabilità dell’opera. «Fra le due carreggiate c’è un dislivello di sette metri – spiega l’ingegnere Minaldi – che deve essere superato con opere in cemento armato. Per questo ci stiamo muovendo con cautela e con l’attenzione dovuta alla realizzazione di un bypass che poi potrebbe rimanere a disposizione della tangenziale. Abbiamo anche chiesto l’intervento del ministero delle Infrastrutture». Ingegneri dunque all’opera per evitare che l’odissea di una straziante coda di dieci km per entrare e uscire dalla città.

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