«Ho vissuto un incubo e ho temuto il peggio per la mia vita. Ho visto la morte con gli occhi». Il sindaco di Rometta Nicola Merlino racconta così l'aggressione subita venerdì scorso, una volta rientrato a casa dopo essere stato dimesso dall'ospedale, con una prognosi di 30 giorni.
Il dolore fisico è forte a tal punto da non consentirgli nemmeno di riposare. Le notti sono insonni e il ricordo dell'aggressione, che ha definito come «un'azione premeditata», è impresso come inchiostro indelebile tra le pareti della sua mente. C'è però tanta forza di reagire e di riprendere in mano le abitudini, gli impegni e il lavoro che, ogni giorno, fanno di Nicola Merlino un infaticabile professionista e amministratore.
La ricostruzione di quei momenti vissuti in contrada Conduri è precisa. Nei ritagli di tempo, il sindaco si dedica alla cura dei terreni di sua proprietà. «Quel pomeriggio, intorno alle 17, mi sono recato nella mia campagna in località Marro - racconta il sindaco - D'altronde, con questo caldo le piantine hanno bisogno di acqua e non voglio che soffrano. Al termine sono risalito in macchina per rientrare a casa, percorrendo contrada Conduri. Era già buio quando ho visto un'auto che mi inseguiva in maniera insistente». È a quel punto che Merlino ha intuito che da lì a poco sarebbe stato tamponato e così è stato. «Sono sceso dalla macchina - prosegue il sindaco - e l'uomo mi è venuto incontro con un'accetta in mano impugnata verso di me.
Da lì, ha iniziato a urlare "ti ammazzo, ti ammazzo" e nel contempo ha sferrato i violenti colpi». Il primo cittadino di Rometta si è difeso con il braccio, ammortizzando la botta. Alla minaccia dell'aggressore «se non te ne vai ti ammazzo», il sindaco è riuscito a risalire in macchina e a ripartire.
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