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Omicidio Lorena Quaranta a Messina, processo a marzo per De Pace

Il gup Fabio Pagana lo ha rinviato a giudizio pochi minuti fa con l'accusa di omicidio aggravato anche dalla  premeditazione

Lorena Quaranta

Il prossimo 17 marzo affronterà il processo Antonio De Pace, l’infermiere calabrese che ha assassinato la fidanzata, Lorena Quaranta, il 31 marzo del 2020. Il gup Fabio Pagana lo ha rinviato a giudizio pochi minuti fa con l'accusa di omicidio aggravato anche dalla  premeditazione. Il giudice ha accolto la richiesta formulata dal pm Roberto Conte, il magistrato che ha seguito l'inchiesta dei carabinieri sulla tragica vicenda.

La Procura di Messina quando un mese addietro gli aveva notificato l'avviso di conclusione indagine, gli aveva contestato infatti anche l’aggravante della premeditazione. Dall’inchiesta, coordinata dal procuratore di Messina Maurizio de Lucia, sono emerse le chat, inviate ai familiari, in cui De Pace manifestava l’intenzione di trasferire ai nipoti i risparmi depositarti nel conto corrente. Segno, secondo l'accusa, che aveva pianificato il delitto ed era certo delle conseguenze che ne sarebbero derivate. Oggi in udienza preliminare si sono costituiti come parte civile i familiari della povera Lorena, con l'avvocato Giuseppe Barba, e anche numerose associazioni di tutela per le donne che subiscono violenza o vengono trucidate dai compagni.

Il delitto è avvenuto a Furci Siculo, nel Messinese. I due ragazzi, 29 anni lui, 27 lei, studentessa universitaria, vivevano insieme. De Pace, dopo aver strangolato la ragazza con cui aveva avuto una violenta lite, ha chiamato i carabinieri e confessato l’omicidio. Avrebbe anche tentato il suicidio tagliandosi le vene riuscendo a procurarsi solo ferite superficiali.

Dopo aver colpito la ragazza alla fronte con un oggetto, tramortendola, De Pace le è salito sopra, l’ha immobilizzata e l'ha poi soffocata. Oltre a quella della premeditazione, la Procura contesta al ragazzo le aggravanti «di aver commesso il fatto contro persona legata da relazione affettiva e per motivi abietti e futili». Lorena Quaranta studiava Medicina ed era originaria di Favara.

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