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Messina, arrestato dopo un anno di latitanza il boss Giovanni De Luca: sfuggito nell'operazione Flower

Si rifugiava in casa di una donna, in un'intercapedine ricavata dietro ad un frigorifero, in via Comunale Santo, tra Bordonaro e Fondo Fucile. Ma è caduto nella rete della Squadra Mobile il trentenne giovane boss mafioso Giovanni De Luca, latitante eccellente da oltre un anno per essere sfuggito all'arresto dell'operazione Flower, un'indagine fondamentale sulle nuove leve della criminalità messinese.

Dopo giorni di pedinamenti e intercettazioni è stato arrestato con un'operazione da manuale coordinata dal capo della Mobile messinese Antonio Sfameni.

Sono state fermate anche altre persone dalla polizia, la donna che lo ospitava è in Questura indagata per favoreggiamento e la sua posizione è al vaglio degli inquirenti. De Luca si trova in Questura, dove è arrivato poco dopo le 22 anche il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, per interrogarlo.

L'operazione Flower scattò il 5 novembre di un anno fa. La polizia portò a termine a Messina 9 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti di spicco e fiancheggiatori appartenenti ad una organizzazione criminale dedita alle estorsioni, alle rapine e al sequestro di persona aggravate dal metodo mafioso nell’ambito della movida messinese. Sei persone finirono in carcere e tre ai domiciliari. De Luca sfuggì alla cattura delle forze dell'ordine, fino a questa sera.

Gli arrestati erano riusciti ad imporre ai titolari di locali pubblici il pagamento di somme di denaro per l'assunzione di personale addetto alla vigilanza tentando, addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro. Ad alcuni componenti del gruppo criminale furono attribuite due cruente rapine commesse in città.

Furono individuati gli assetti di una frangia criminale cittadina che aveva messo le mani sul settore della sicurezza nei locali della movida.

In carcere finirono Giovanni Lo Duca, classe '70; Kevin Schepis, classe '99; Giuseppe Esposito, classe '93; Vincenzo Gangemi, classe '74; Domenico Mazzitello, classe '93; Eliseo Fiumara, classe '97. Lo Duca, Schepis ed Esposito erano già in carcere.

Ai domiciliari, invece, Andrea Fusco, classe '98; Placido Arena, classe '89; Antonino Rizzo, classe '82.

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