Due ordinanze firmate, una congelata in “freezer” in attesa di conoscere gli sviluppi della pandemia in riva allo Stretto. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca annuncia provvedimenti, fa riferimento alle scuole, riferisce del nuovo vertice con i dirigenti dell’Asp e delle aziende ospedaliere svoltosi a Palazzo Zanca e difende il rettore Salvatore Cuzzocrea dagli attacchi ricevuti dal parlamentare nazionale del Pd Pietro Navarra.
Per quanto concerne le ordinanze - dice il sindaco durante la diretta del venerdì sera su Rtp -, la prima è quella “generalista”, che recepisce il Dpcm di inizio novembre, cioè da quando la Sicilia è diventata zona arancione. L’altra ordinanza, su richiesta del prefetto di Messina, riguarda Capo Peloro. Come già annunciato nei giorni scorsi, da oggi scatta l’inibizione di tutta la zona di Capo Peloro: nei giorni di sabato e domenica, nella fascia oraria tra le 14 e le 17, viene ordinata la chiusura della via Lanterna, fatta salva la possibilità di accesso alle abitazioni private e agli esercizi autorizzati all’apertura. Un provvedimento resosi necessario dopo gli assembramenti verificatisi a Torre Faro nello scorso week-end.
E le scuole? Restano aperte, ovviamente quelle materne, elementari e medie inferiori (negli istituti superiori sono consentite solo le lezioni a distanza), almeno fino a mercoledì prossimo, quando si farà nuovamente il punto della situazione con le autorità sanitarie e si deciderà il da farsi. Per come è la situazione, avrei grandi difficoltà a dire di mandare i vostri figli a scuola, anche se stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per garantire la massima sicurezza nei plessi e nei trasporti. Ragionando da genitore, io non manderei i figli a scuola, da sindaco non posso firmare un’ordinanza generalizzata. Quella del 30 ottobre l’ho fatta su richiesta espressa dell’Asp e assumendomi pienamente la responsabilità. In questo momento, né prefetto né Asp ritengono che ci siano le condizioni per una chiusura generalizzata delle scuole. Per ora è così, dunque, mercoledì ne riparleremo».
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