"Sono arrivato sul posto alle 5 del mattino. Abbiamo trovato i resti dove gli altri non avevano cercato". Così Giuseppe Di Bello, carabiniere in pensione, ha commentato il ritrovamento di quelli che potrebbero essere i resti di Gioele Mondello, il bimbo scomparso il 3 agosto insieme alla madre, Viviana Parisi. La donna è stata trovata morta dopo 5 giorni.
Di Bello, che ha partecipato alle ricerche del piccolo da volontario, si è fatto largo tra i cespugli fitti con una falce. "La scoperta è avvenuta intorno alle 10.20 - aggiunge - E ho subito dato l'allarme". Del piccolo sarebbero stati trovati il tronco, gli arti e brandelli di vestiti. I resti erano a 200 metri dalla piazzola in cui Viviana Parisi aveva abbandonato la macchina dopo aver subito un incidente e a 700 metri dal traliccio sotto al quale è stato trovato il cadavere della donna.
Giuseppe Di Bello, 55 anni, è un ex carabiniere in pensione di Capo D'Orlando. Il militare in congedo questa mattina aveva raccolto l'appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari che hanno cominciato a perlustrare la zona attorno all'autostrada Messina-Palermo. L'uomo dopo aver trovato i resti ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al magistrato che coordina l'inchiesta, il procuratore di Patti Angelo Cavallo, e alla polizia scientifica. Francesco Radicic, un altro volontario che era insieme all'ex carabiniere, ha detto che Di Bello era molto motivato: "Aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti".
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