Non bisogna mai spegnere i riflettori. Lo abbiamo scritto ieri e oggi si ha la conferma che solo una mobilitazione permanente può raggiungere l'obiettivo prefissato: la restituzione alla città di Messina della Zona falcata e di uno dei suoi simboli, la Real Cittadella. Sembra proprio arrivato il tempo del secondo “Patto per la Falce”. Con la firma del Piano regolatore del porto e la ormai prossima conclusione del contenzioso triangolare fra Comune, Autorità ed Ente Porto per la titolarità di alcune aree, un nuovo capitolo del libro della “ricostruzione” della Zona falcata, può essere scritto. Quando il giudice sancirà la rinuncia alla causa che Palazzo Zanca ha formalizzato in queste settimane, a quel punto il primo Patto per la Falce potrà dirsi compiuto. Il secondo, in bozza, è dall'anno scorso sulla scrivania di Nello Musumeci.
Le primissime opere che dovranno portare alla bonifica dell'area, alla pulizia degli spazi più vicini alla Real Cittadella, sono avviate o in cantiere e, adesso, occorre pensare, sul serio alla visione più dettagliata che si vuole dare a quel paradiso perduto. Fra i vari appalti in rampa di lancio c'è anche il più atteso di questa fase propedeutica. È finalmente pronto il bando per la caratterizzazione dell'area. A febbraio scorso il servizio bonifiche del Dipartimento regionale Acque e Rifiuti della Regione aveva dato il via libera a questa analisi di un'area di circa 160.000 metri quadri. Poi il Covid-19 bloccò ogni procedura. Il decreto regionale dava sei mesi di tempo all'Autorità di sistema portuale, riconosciuta come incaricata del procedimento, per poter finire tutte le analisi del sottosuolo. Entro l'anno si saprà finalmente con esattezza cosa si nasconde nelle viscere della Falce.
L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia