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Avvocato arrestato a Taormina, intascava i soldi delle bollette dell'acqua pagate dagli utenti morosi

I finanzieri di Messina hanno arrestato stamattina un noto avvocato taorminese, il 60enne Francesco La Face, che si trova ristretto ai domiciliari, e notificato un divieto di dimora a Taormina ad un ex dirigente comunale, ora in pensione, il 67enne Giovanni Coco.

Ai due vengono contestati i reati di peculato e corruzione, per essersi appropriati delle somme relative al servizio idrico versate tra il 2014 e il 2018 dagli utenti morosi. L’operazione, nome in codice “Acquewin”, scaturisce da un’indagine coordinata dalla procura peloritana retta da Maurizio De Lucia, cui hanno lavorato per mesi i finanzieri di Taormina e Messina. L'inchiesta ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Maria Militello.

Nell’ambito della stessa operazione sono stati sequestrati beni immobili e conti correnti per un valore complessivo di oltre ottocentomila euro. Risulta indagata una terza persona, il funzionario comunale taorminese Roberto Mendolia, 57 anni, ma nei suoi confronti non è stata emessa alcuna misura.

Secondo quanto hanno ricostruito gli uomini del colonnello Gerardo Mastrodomenico, l’avvocato La Face, titolare di un rapporto decennale con il Comune di Taormina, nella sua qualità di incaricato dall’amministrazione comunale alla riscossione delle somme dovute per la fornitura dell’acqua nei confronti degli utenti morosi, in concorso con i responsabili dell’Area servizi generali e dell’Ufficio riscossione del Servizio acquedotto del Comune di Taormina, ha omesso di versare nelle casse comunali gli importi riscossi per il pagamento delle utenze, appropriandosi negli anni di quasi un milione di euro.

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