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Movida a Messina, imponevano il servizio di sicurezza nei locali: blitz con 9 arresti

La polizia ha eseguito a Messina 10 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti di spicco e fiancheggiatori appartenenti ad una organizzazione criminale dedita alle estorsioni, alle rapine e al sequestro di persona aggravate dal metodo mafioso nell’ambito della movida messinese. Si tratta di 7 arresti in carcere (ma uno è ancora ricercato) e tre ai domiciliari.

Gli arrestati erano riusciti ad imporre ai titolari di locali pubblici il pagamento di somme di denaro per l'assunzione di personale addetto alla vigilanza tentando, addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro. Ad alcuni componenti del gruppo criminale sono state attribuite due cruente rapine commesse a Messina.

L’operazione di polizia è l'epilogo di recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, su una temibile compagine delinquenziale che disponeva anche di armi e che operava in diverse zone della città di Messina.

Sono stati individuati gli attuali assetti di una frangia criminale cittadina che aveva messo le mani sul settore della sicurezza nei locali della movida. Ad alcuni componenti del gruppo criminale in parola sono state attribuite due cruente rapine.

Le investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, sono state sviluppate attraverso la combinazione di una serrata attività tecnica di intercettazione di comunicazioni telefoniche ed ambientali, visione di immagini tratte da impianti di video sorveglianza, servizi tecnico-dinamici sul territorio ed analisi di tabulati di traffico telefonico.

Sono sette le persone finite in carcere mentre tre sono ai domiciliari.

In carcere sono finiti Giovanni Lo Duca, classe 70, Giovanni De Luca, classe 89 (al momento ancora ricercato), Kevin Schepis, classe 99, Giuseppe Esposito, classe 93, Vincenzo Gangemi, classe 74, Domenico Mazzitello, classe 93, Eliseo Fiumara, classe 97. Lo Duca, Schepis ed Esposito erano già in carcere.

Ai domiciliari, invece, Andrea Fusco, classe 98, Placido Arena, classe 89, e Antonino Rizzo, classe 82.

Lo Duca, De Luca, Schepis, Mazzitello e Gangemi sono chiamati a rispondere di concorso in estorsione, continuata ed aggravata dal metodo mafioso, perché, Lo Duca e De Luca, in qualità di mandanti, spingevano Schepis a provocare aggressioni fisiche apparentemente immotivate ai danni clienti di locali notturni, costringendo così i proprietari dei locali e gli addetti alla sicurezza ad assumere Gangemi e Mazzitello anche se non avevano i necessari requisiti. Inoltre, chiedevano soldi per garantire la sicurezza dei titolari e quella all’interno dei locali.

Le aggressioni fisiche erano, peraltro, particolarmente violente e, in alcune occasioni, hanno provocato ai malcapitati avventori dei locali, lesioni personali anche gravi con traumi e fratture. Azioni criminose avvenute tra i mesi di maggio e giugno di quest'anno.

E ancora, Schepis, Esposito, Fiumara e De Luca sono chiamati a rispondere di concorso in rapina aggravata e sequestro di persona perché – i primi 3 quali autori materiali dell’azione delittuosa e De Luca quale persona che ha fornito supporto logistico, mettendo a disposizione la propria abitazione –  sono entrati in un supermercato del quartiere cittadino Maregrosso lo scorso 18 maggio, con il volto travisato da passamontagna, con un fucile e una pistola hanno minacciato i presenti e una guardia giurata presa in ostaggio. La rapina ha fruttato il bottino di circa 14.000 euro. Fatto delittuoso avvento il 18 maggio 2019.

Inoltre, Schepis ed Esposito sono chiamati a rispondere di concorso in altra rapina aggravata a una sala scommesse nella zona sud della città. Sempre con il volto travisato da passamontagna e minacciando con un fucile hanno arraffato l'incasso per 3 mila euro lo scorso 25 agosto.

A Schepis, Fusco e Arena viene poi contestato il concorso – in concorso tra loro e con altre persone allo stato ignote – in lesioni personali aggravate dal metodo mafioso per aver provocato traumi e fratture ad alcuni avventori di locali notturni. Fatto avvenuto nella notte tra il 4 ed il 5 maggio 2019.

A Schepis, Arna e Rizzo sono anche accusati di aver provocato– in concorso tra loro e con altre persone allo stato ignote – lesioni personali aggravate dal metodo mafioso ai danni di un avventore di un lido il 19 giugno 2019.

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