La parola alla difesa. Sempre che gli indagati siano disposti a rispondere alla domande del gip, a differenza di Antonino Ieni, il messinese di 59 anni, detenuto nel carcere di Barcellona, che sabato scorso, accompagnato dall’avvocato Carolina Stroscio, ha preferito fare scena muta.
Continuano oggi gli interrogatori di garanzia degli altri 11 arrestati nell’ambito dell’operazione antidroga “Tunnel”, con cui la Squadra mobile e la Procura di Messina hanno smantellato un sodalizio radicato nel rione di Mangialupi.
Di fronte al giudice Simona Finocchiaro sfileranno i messinesi Andrea Caporlingua, 27 anni; Francesco Delia, detto “Puffo”, 29 anni; Francesco Di Giovanni, detto “Papocchio”, 56 anni; Santino Di Pietro, 21 anni; Francesco Maggio, detto “Cesco”, 35 anni; Domenico Pappalardo, 34 anni; Salvatore Micari, 34 anni; Cristian Restuccia, 26 anni; e gli albanesi Ernard Hoxha, 34 anni; Rito Mecaj, 47 anni; Ajet Cepaj, 50 anni. Sono tutti dietro le sbarre della casa circondariale di Gazzi. Il collegio difensivo è composto anche dagli avvocati Salvatore Silvestro, Fortunato Strangi, Giuseppe Coppolino, Salvatore Bellantone e Pietro Pollicino.
Dall’ordinanza siglata dal gip Finocchiaro - come riporta la Gazzetta del Sud oggi in edicola - si evince che tra i fornitori di droga figurava Francesco Di Giovanni.
Da lui Di Pietro e Delia avrebbero preso i 41 chili di marijuana affidati alla custodia di Pappalardo e occultati nella galleria ferroviaria dismessa di Bisconte, nella disponibilità dello stesso Pappalardo («là sopra compare... c’è una grotta... non la troveranno ne ora ne mai... non è stata trovata mai...»). Non l’avesse mai detto: la Mobile è poi riuscita a penetrare nel tunnel e a requisire il carico.
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