«Sono un miracolato. E mi chiedo perché sono rimasto vivo io». Così Thiago Takeuti, il 35enne turista brasiliano sopravvissuto all’eruzione di ieri a Stromboli in cui è morto il suo compagno di escursione e suo coetaneo, Massimo Imbesi. «Dopo l’eruzione - ricostruisce - abbiamo cercato riparo in una zona dove il fuoco era già passato e pensavamo non tornasse. Ma correndo tra le pietre e i lapilli siamo caduti a terra. Respirava sempre più affannosamente. Ho provato a rianimarlo ma non c'era più niente da fare».
Sono parole forti quelle di Thiago Takeuti, brasiliano di 35 anni, sopravvissuto ieri all’esplosione del vulcano a Stromboli, ripercorrendo gli ultimi momenti dell’amico coetaneo, Massimo Imbesi, deceduto probabilmente a causa delle esalazioni respirate.
«Dopo l’eruzione abbiamo cercato riparo in una zona dove il fuoco era già passato e pensavamo non tornasse. Ma correndo tra pietre e lapilli siamo caduti a terra. Massimo respirava sempre più affannosamente. Ho provato a rianimarlo con la respirazione bocca a bocca e poi con il massaggio cardiaco, ma non c'era più niente da fare. Mi sono accorto che non respirava più».
Intanto la salma del trentacinquenne di Milazzo è stata restituita ai familiari. Lo ha deciso la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto che ha ritenuto sufficiente l’ispezione cadaverica esterna eseguita dal medico legale nell’obitorio dell’ospedale di Milazzo.
Il corpo presenta un grosso ematoma al torace e il 35enne potrebbe essere caduto durante un tentativo di fuga o dopo essere rimasto intossicato dal fumo sprigionato dalle fiamme.
Sulla tragedia di Stromboli è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che su twitter ha scritto: «Un pensiero a Massimo Imbesi che ieri ha perso la vita a Stromboli e un abbraccio a i suoi cari. Nella notte sono rimasto in costante contatto con il Dipartimento della Protezione Civile per essere aggiornato sulla situazione. Ringrazio tutte le forze coinvolte nelle operazioni di soccorso e assistenza».
Del giovane morto si sa che la sua passione più grande era il mare e proprio lo Stromboli che gli ha tolto la vita. «Finalmente il mare, di nuovo il mare... quello più conosciuto e familiare però, quello che preferisco, quello della Spiaggia di Ponente di Milazzo, quello di casa....», scriveva l'allievo ufficiale di coperta, un anno su Facebook commentando la foto del proprio attestato conseguito come allievo ufficiale di coperta.
«Ieri mattina - rivela uno degli abitanti di Ginostra, Gianluca Giuffrè - l’ho visto assieme a un amico, un sudamericano molto alto. Stavano andando a fare delle foto del vulcano. Non lo conoscevo bene, ma lo vedevo sempre passare per i sentieri di Ginostra per degli scatti che erano la sua passione».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia