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Stromboli, i geologi: attuare piani emergenza per gli abitanti

Foto scattata dall'elicottero della polizia

«L'esplosione nel vulcano di Stromboli del 3 luglio è un classico esempio di eruzione parossistica con rilascio di ceneri e lapilli ed alte colonne di gas e polveri superiori anche ai 2 chilometri». Lo afferma Antonio Alba, consigliere del consiglio nazionale dei geologi. "Nonostante l’imprevedibilità dello Stromboli, la situazione sembrerebbe rientrata nella normalità, pur continuando l'attività eruttiva», aggiunge.

"L'eruzione dello Stromboli può essere considerata straordinaria e imprevedibile. Ma i piani di emergenza con le relative norme comportamentali devono essere previsti per i frequentatori del vulcano e per la popolazione, affinché si completi il ciclo delle attività di protezione civile» afferma Carlo Cassaniti del centro Studi del consiglio nazionale dei geologi.

«Abbiamo infatti avuto nel recente passato diversi episodi simili e nel 1930 si sono registrate anche vittime. Questo evento - prosegue - contribuirà ad arricchire la conoscenza degli scienziati che studiano e monitorano i vulcani siciliani al fine di capire se, nel prossimo futuro, sarà possibile individuare eventuali segnali premonitori anche su tali fenomeni esplosivi a grande energia, così da poter pianificare un’attività preparatoria per la messa in sicurezza della popolazione residente e dei visitatori in quota».

Si torna lentamente alla normalità a Stromboli dove due giorni fa si sono verificate una serie di esplosioni seguite dalla caduta di lapilli che hanno seminato il panico nell’isola provocando una vittima, un giovane escursionista di Milazzo. In tarda mattinata sono ripresi due incendi sul vulcano in particolare nei versanti Punta Lena e Osservatorio. Dei canadair si sono sollevati effettuando diversi lanci per spegnere piccoli focolai che si sono di nuovo alimentanti. Intanto nell’isola e nella frazione di Ginostra, la più colpita dall’improvvisa eruzione, la situazione sta lentamente tornando alla normalità come conferma il sindaco di Lipari Marco Giorgianni: «La situazione sta tornando alla normalità ed i trasporti sono regolari- afferma - ci sono tre ditte del Comune che si stanno occupando di rimuovere la sabbia e le pietre che sono cadute a seguito dell’esplosione, stanno lavorando insieme a tanti volontari».

Il primo cittadino chiarisce di aver avuto la disponibilità di tante persone per contribuire a ripulire l’isola dalla cenere e dalle pietre: «abbiamo avuto centinaia di richieste da parte di volontari». «Il vulcano-aggiunge - è costantemente monitorato con un sistema di allerta adeguato ma resta un vulcano e possono accadere eventi straordinari». Per il primo cittadino la macchina dei soccorsi, coordinata dalla prefettura, ha funzionato ed «i tempi di reazione sono stati immediati, l’Enel ha ripristinato la corrente elettrica». L’unico rammarico è per il giovane di Milazzo, Massimo Imbesi, che ha perso la vita. «Domani sarò presente ai funerali -afferma - è stata una disgrazia che ci ha colpito molto».

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