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Truffe all’Inps a Messina, ci sono 26 indagati tra cui medici e avvocati: i nomi

Ventisei indagati. Una lunga serie di reati contestati. Quasi trecento capi d’imputazione (sono 296). Un arco di tempo molto vasto compreso tra il 2010 e il 2014. Per fatti accaduti non soltanto a Messina ma anche a Barcellona e in provincia. È tutto questo la nuova inchiesta che fotografa un impressionante “giro” di truffe all’Inps, gestita dal sostituto procuratore Rosanna Casabona.

Il magistrato dopo lunghi mesi di accertamenti ha notificato un “maxi” avviso di conclusione delle indagini preliminari, che è contestualmente un’informazione di garanzia. E pare che tutto sia nato da alcune intercettazioni telefoniche, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, scattate dopo la tragedia di Provvidenza Grassi, morta tra il 9 e 10 luglio 2013 dopo un terribile volo in autostrada dalla galleria Bordonaro, e ritrovata soltanto il 23 gennaio del 2014 nella scarpata sottostante.

Sono in tutto ben 26 tra medici di strutture pubbliche e professionisti privati, avvocati, titolari e consulenti di patronati, periti in relazione alle cause di previdenza, faccendieri, nonché alcuni beneficiari delle erogazioni pensionistiche.

La tipologia di reati che il sostituto Casabona contesta in questa maxi indagine è piuttosto variegata. Si va dal peculato alle varie tipologie di falso, dalla truffa alla frode processuale, fino ad arrivare ad alcuni casi di corruzione, estorsione e di falsa perizia.

Ecco i loro nomi: Francesco Abramo, Patrizia Caccioppo, Renato Calvo, Carlo Casile, Fabrizio Ciappina, Pietro D’Alessandro, Gian Placido De Luca, Claudio Dispenzieri, Giuseppe “Pippo” Galletta, Giovanni Grassi, Alessandro Grippa, Giuseppina Iaria, Vincenzo Isola, Mario Claudio Italiano, Antonio Milazzo, Giovanni Pellegrino, Roberta Pellicanò, Franco Poeta, Francesco Rando, Carmelo James Scaffidi, Giovanni Siracusano, Pippo Spatola, Luigi Spignolo, Antonello Tommasini, Antonino Trovato, Nicola Zanghì. Dopo aver ricevuto l’atto di chiusura delle indagini preliminari, ex art. 415 bis c.p.p., per tutti e ventisei gli indagati scatta adesso la fase dedicata al profilo difensivo dell’indagine, con la possibilità di essere sentiti dal magistrato e di depositare atti o memorie.

 

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