Le accuse per le cosiddette “talpe” a Palazzo Piacentini risultavano già ridimensionate all’esito del processo di secondo grado. Adesso, è stata la sesta sezione della Corte di Cassazione a pronunciarsi.
La Suprema Corte, col dispositivo di sentenza del 18 ottobre scorso, emesso a seguito della discussione dei difensori degli imputati Antonino Brigandì, Matteo Molonia, Augusto Sturiale e Francesco Giusti, assistiti rispettivamente dagli avvocati Nino Cacia, Carlo Faranda, Carmelo Vinci e Salvatore Silvestro, ha parzialmente annullato la decisione della Corte d’appello di Messina.
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