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Le “talpe” in Tribunale
Inflitte sei condanne

Le “talpe” in Tribunale Inflitte sei condanne

Sei condanne. Meno dure di quanto aveva richiesto l’accusa il 18 novembre scorso. Ma sei condanne. Dopo oltre quattro ore di camera di consiglio. S’è chiuso così in primo grado davanti alla prima sezione penale del tribunale presieduta dal giudice Pina Scolaro, il processo per la vicenda delle presunte “talpe” a Palazzo di giustizia, che vedeva coinvolti esponenti delle forze dell’ordine in servizio in città e investigatori privati, anche in relazione alla loro attività. In questa indagine all’epoca condotta dai carabinieri, sono rimasti coinvolti l’ex comandante del Nucleo mobile della Guardia di Finanza, Francesco Giusti, gli investigatori privati Matteo Molonia e Antonino Brigandì, il maresciallo dei carabinieri Antonio Scaletti, il maresciallo della Finanza Giovanni Duca, in servizio alla Sezione di Pg, e il vice commissario della polizia, in servizio alla Sezione di Pg della Procura, Augusto Sturiale.

La sentenza. I giudici hanno inflitto 3 anni e 6 mesi di reclusione a Giusti; un anno e 9 mesi a Duca; 3 anni e 2 mesi a Scaletti, Molonia e Brigandì; un anno a Sturiale. Solo Brigandì ha poi registrato un’assoluzione parziale con la formula «per non aver commesso il fatto» da una ipotesi iniziale di “rivelazione di segreto d’ufficio”, riqualificata dai giudici in “accesso abusivo allo Sdi”, il sistema informatico centralizzato delle forze dell’ordine.

Qualche altra specificazione delle decisioni adottate in sentenza. I giudici hanno applicato il concetto di “fatto di particolare tenuità” rispetto a un caso di peculato contestato a Giusti (la vicenda della consegna di una quantità di pesce a suo tempo sequestrato dalla Finanza). Per Sturiale (così come per Brigandì) l’iniziale accusa di “rilevazione di segreto d’ufficio” è stata riqualificata in un’ipotesi meno grave, ovvero di “accesso abusivo al sistema informatico”. Per Duca e Sturiale i giudici hanno concesso la sospensione condizionale della pena. Infine per Giusti e Scaletti è stata decisa l’interdizione dai pubblici uffici rispettivamente a 2 anni e 2 mesi, e 2 anni e 10 mesi.

Più dure erano le richieste di condanna formulate dall’accusa il 18 novembre scorso, il pm Alessia Giorgianni: 5 anni per Giusti, 4 anni e 6 mesi per Brigandì, Scaletti e Molonia, 3 anni per Duca, 2 anni per Sturiale. I difensori ieri hanno preannuciato ovviamente appello. Si tratta degli avvocati Giuseppe Carrabba, Salvatore Silvestro, Antonio Centorrino, Carlo Faranda, Carmelo Vinci, e Nino Cacia, che ieri ha anche completato il ciclo delle arringhe difensive, iniziate all’udienza scorsa. Per quel che riguarda i reati iniziali contestati a vario titolo, si andava dal peculato al falso, dalla rivelazione di segreto d’ufficio al favoreggiamento, e c’erano agli atti anche alcuni casi di presunta corruzione. Dopo gli interrogatori di garanzia e i passaggi davanti al Riesame il quadro accusatorio però si ridusse parzialmente.

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