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Giorgia lotta nell’ospedale di Cosenza

Giorgia lotta nell’ospedale di Cosenza

Villapiana

Sono stabili ma gravissime le condizioni di salute di Giorgia Santini, l’unica superstite del terribile incidente sulla Statale 106, a Villapiana. Un incidente nel quale hanno perso la vita il papà della quattordicenne, Roberto Santini, 51 anni compiuti lo scorso 23 Giugno, appuntato scelto della Guardia di Finanza in servizio al Gruppo delle Fiamme Gialle al Porto di Taranto,  la mamma Rossella Sardiello 46 anni, ed il fratellino maggiore Marco 18 anni. Intanto, il capo dei pm di Castrovillari, Eugenio Facciolla, e il suo sostituto, Maria Grazia Anastasia, come atto dovuto, hanno inviato, attraverso il comandate della Stradale di Rossano, Giovanni Matalone, che sta dirigendo le indagini, l’avviso di garanzia per omicidio stradale, visti i nuovi dispositivi di legge in materia. L’atto è stato notificato ad A. B., dipendente dell’Ortofrutticola Perni di Adrano (Catania), che era alla guida del tir Volvo con al suo fianco un minorenne M.P. neppure sedicenne, che fortunatamente non hanno riportato ferite gravi e si trovano entrambi ricoverati in osservazione presso il “Nicola Giannettasio” di Rossano.

Poche le novità rilevanti dall’Ospedale dell’“Annunziata”, dove la piccola Giorgia sta lottando con l’aiuto dell’equipe medica guidata dalla dottoressa Ripalta Diterlizzi. La bimba resta intubata e da quello che si è appreso i parametri vitali sono, al momento stabili, ma appena possibile i medici dovranno portarla in sala operatoria per la riduzione di diverse  fratture. Solo allora verrà messa al corrente della triste verità che la vita le ha riservato e cioè la perdita dei suoi cari in quello che doveva essere il viaggio per le vacanze a Messina, città di origine del caro papà e dove tuttora vivono i nonni e gli zii e gli altri parenti. La 14enne si è salvata perchè era seduta sul sedile posteriore dietro la mamma, che è stata la zona dove l'Opel Mokka ha riportato meno danni nel terribile impatto con l’autocarro. Top secret le indagini, ma il fatto che la Procura abbia deciso di non ordinare l’esame autoptico fa capire che gli inquirenti, verosimilmente hanno le idee chiare. Ma su questo sarà la Polstrada di Rossano ed il comandante Matalone a verificare ogni cosa d’intesa con la Procura castrovillarese. Il resto è cronaca, di una notte macchiata di rosso sangue. Alle 3.46, questo è l’orario che  segnava il sistema satellitare del tir coinvolto  nel sinistro è avvenuto il tremendo scontro. Poi subito i soccorsi. Sul posto la Polstra da  di Rossano, le ambulanze del 118 di Trebisacce e Cassano e la Misericordia trebisaccese, del governatore Enzo Liguori. Il dottor Antonio Cannizzaro, l’infermiere Leonardo Tufaro e l’autista Mario Adduci insieme ai loro colleghi si sono trovati di fronte uno scenario a dir poco agghiacciante. L’autista della Mokka, sbalzato a cinque metri dall’abitacolo della sua auto praticamente irriconoscibile nella parte anteriore, ridotto a pezzi finiti sull’asfalto, Moglie e figlio maschio deceduti all’interno dell’auto e la bambina che dava timidi segnali di vita.  Quest’ultima è stata  estratta con  non poche difficoltà dai  Vigili del Fuoco del  Distaccamento permanente di Castrovillari guidati dal capo partenza Diego Palma e dai colleghi  trebisaccesi che hanno operato sotto le direttive di Giuseppe Toscano.  Medici ed infermieri, considerando che a quell’ora ancora  per il buio, l’elisoccorso non è ancora operativo, hanno dapprima portato la bimba al Ps “Guido Campagna”, guidato dal dottore Giorgio Maturo e poi con il velivolo, atterrato al Porto di Corigliano,  a Cosenza. Come detto purtroppo le sue condizioni, sono gravi, anzi gravissime, tant'è che ad una certa ora si era sparsa la voce del suo decesso che per fortuna non è stato confermato dalla dottoressa Diterlizzi, primario della Rianimazione cosentina. Sulla statale sono arrivati nel frattempo anche i carabinieri della Compagnia di Corigliano alla guida del capitano Francesco Barone, i colleghi finanzieri di stanza al Gruppo di Sibari, comandati dal tenente colonnello Sergio Rocco, che hanno portato anche la solidarietà del Corpo, ed il vice comandante provinciale della Stradale Salvatore Vartuli, in rappresentanza del comandante Antonio Provenzano ed il medico legale Francesco Settembrini che ha vigilato su ogni cosa.

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Romeo (CamCom di Crotone)

La Statale frena lo sviluppo dell’area

Donatella Romeo, segretario generale della Camera di Commercio di Crotone, non ha dubbi: «Le ennesime, recenti vittime registratesi sulla 106 ci riempiono di dolore e di sgomento e ci stringono intorno alle famiglie. La 106 è purtroppo la strada più pericolosa d’Italia e la sua vetustà comprime fortemente lo sviluppo di tutta l’area jonica calabrese. Un’area , è opportuno ricordarlo, che presenta, trabio cosentino, il crotonese e il reggino, la più importante zona di espansione agricola, giacimenti culturali come Sibari e Kroton. Almeno tre punti del Pil calabrese vengono compressi da questa infrastruttura obsoleta, che limita le esportazioni e i flussi turistici. Sarebbe auspicabile che l'attuale Esecutivo nazionale invertisse la rotta e si partisse con un'opera che, peraltro, determinerebbe in fase di realizzazione una grossa opportunità di lavoro e di indotto. Il primo e irrinunciabile vantaggio sarebbe quello della sicurezza, giacché la realizzazione della nuova statale ridurrebe del 95% gli incidenti mortali, portandoli alla media di quelli autostradali. Il secondo effetto sarebbe economico e consentirebbe alla nostra regione di essere realmente competitiva con il resto del Paese».

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