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C'era tanta Messina dietro le Barette. Quanta emozione per la "'Nchianata" VIDEO

Una storia sospesa tra passato e futuro, un richiamo forte alla tradizione di un popolo in cammino, alla ricerca di quel legame di fede inscritto nei segni della devozione. Sono le 18,15 circa quando la Baretta dell’Ultima cena fa capolino dal portale centrale della chiesa Nuovo Oratorio della Pace: si è conclusa da poco la vestizione dei Babbaluci, delle Biancuzze e dei Tamburini, i portatori con il saio bianco ricevono le ultime raccomandazioni dai battitori e sistemano sulle spalle le imbottiture per attutire il peso delle stanghe in legno massiccio.

«Questa processione è di tutti i messinesi»: le parole pronunciate dal governatore del SS. Crocifisso Pietro Corona con la voce rotta dal pianto e il segno della Croce sono gli ultimi gesti compiuti prima della partenza. Comincia da qui il racconto del Venerdì Santo dei messinesi, fra attese ed emozioni che si rincorrono; dietro la fatica dei volti rigati dalle lacrime e illuminati dagli ultimi raggi di sole di un nitido pomeriggio, sono racchiuse storie familiari di grazie ricevute, di legami tramandati di padre in figlio. «Temevamo che questo giorno non sarebbe mai arrivato». Marcello, 44 anni, porta la Baretta della Caduta da quando papà Antonino non c’è più: «Questo per me è il momento in cui mi ricongiungo con lui», rivela.
Una tradizione che appassiona anche i più piccoli, come Giovanni Sturniolo, 8 anni; il suo primo incontro con le Barette è avvenuto quando era ancora in fasce ed è stata una vera e propria folgorazione. Della processione conosce tutto, già a tre anni simulava il corteo con un’attenzione ai dettagli che sbalordisce. Anche per lui ieri è arrivato il grande giorno: ad accoglierlo in chiesa, con i genitori e il fratellino c’è il governatore Corona per insignirlo idealmente del titolo di “piccolo confrate onorario” consegnandogli un libro sulla storia delle Barette.
Il corteo entra nel vivo e i gruppi statuari proseguono, attraversando il corso Cavour, il loro cammino scandito dal suono delle bande e degli antichi strumenti della Passione, troccole e crotali a martello. Tra le soste, quella suggestiva di fronte piazza Duomo, per un omaggio alla Deposizione, la Baretta centenaria uscita dalla Cattedrale (dove era stata esposta nei giorni scorsi) qualche ora prima della partenza, sotto lo sguardo vigile di Pippo Ripinto uno dei più anziani battitori e committente insieme alla sua famiglia della Deposizione.
A coordinare la processione, affollata ma composta, le donne e gli uomini della Polizia municipale e della Polizia metropolitana, guidati dai comandati Stefano Blasco e Giovanni Giardina, con il prezioso supporto della vice dirigente del commissariato di Polizia Messina Nord Cettina Pirrotti e dei volontari dei gruppi di Protezione civile del Comune.
Il sindaco Federico Basile, gli assessori Massmiliano Minutoli, Enzo Caruso e Massimo Finocchiaro e i parlamentari nazionali Dafne Musolino e Francesco Gallo hanno voluto condividere con la cittadinanza questo momento in un grande abbraccio di fede e devozione; al termine del rito di adorazione della Croce in Cattedrale anche l’arcivescovo Giovanni Accolla, con il suo ausiliare e alcuni sacerdoti si sono uniti alla processione accompagnati dalle confraternite cittadine, fino all’arrivo in piazza Duomo.
«A quanti vivono dietro le grate del pregiudizio e dell’indifferenza, incapaci di aprirsi alla condivisione: con loro e per loro il cammino della Croce si rinnova nel segno della speranza». Con queste parole il presule si è rivolto ai tantissimi messinesi (oltre trentamila lungo tutto il tragitto) che ieri, dopo tre anni, hanno rivissuto la gioia di questo momento.
«Abbiamo bisogno di vivere in piena umiltà, quasi sotto terra, per rifiorire e diventare semi di speranza e frutto abbondante per i nostri fratelli», ha detto mons. Giovanni Accolla.
Prima dello strappo finale con la suggestiva “nchianata di Baretti”, l’arcivescovo ha impartito la benedizione ai messinesi, implorando nella sua preghiera a Dio «la gioia della condivisione, la forza coerente dell’annuncio, della missionarietà e dello zelo per uscire dall’indifferenza e imboccare la strada della testimonianza».
Oggi la Veglia pasquale in Cattedrale e in tutte le chiese dell’Arcidiocesi. Domani mattina un’altra antica processione, la risposta pasquale alle Barette del Venerdì Santo, quella del Cristo Risorto, che prenderà il via dalla chiesa della Madonna della Mercede.

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