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Attacchi e troppi veleni, lo sfogo di De Luca in un video: "Posso sbagliare ma chiedo rispetto"

Uno sfogo dopo una notte insonne. Niente toni di sfida, solo la confessione di un uomo che si dice messo ko dai troppi veleni instillati contro di lui e la sua azione di sindaco. De luca, col volto stanco e stravolto, si rivolge ai messinesi con parole inconsuete per il suo stile: "Non credo di meritare tanta cattiveria".

Ammette di aver travalicato spesso il senso della misura, ma invita a giudicare i fatti, l'impegno condotto ogni giorno sui vari fronti, le family card, la vicinanza alla popolazione che soffre, gli inviti a restare a casa per non diffondere il contagio, la lotta a chi fa atti di sciacallaggio.

"Tutto passa sempre in secondo piano perché divento il bersaglio di accuse ingenerose", è la sintesi della riflessione a cuore aperto del primo cittadino. E la questione del corteo funebre, secondo De Luca, è quella che pesa di più: "La mafia fa schifo, io ho sempre preso le distanze e non voglio ringraziamenti da parte di chi può anche essere solo contiguo a certi ambienti. Ma la strumentalizzazione per colpirmi mi fa stare male. E anche sulle mie visite alle baraccopoli, ora mi accusano di aver creato assembramenti perché ho portato uova di Pasqua ai bambini del rione Taormina. Lo abbiamo fatto in tutte le baraccopoli, ho sempre invitato a mantenere le distanze, ma come può un sindaco non essere vicino a chi vive in tuguri con l'amianto sopra le teste? Un sindaco in trincea può sbagliare toni e senso della misura, ma va giudicato su quello che fa. E anche io ho moglie, figli, famiglia. Chiedo rispetto".

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