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Autostrade da incubo, il nostro viaggio sulla Messina-Palermo: ecco tutti i tratti della vergogna

Percorrere la A20 è vero e proprio calvario che parte da Rometta e arriva, più o meno, fino alla zona di Cefalù. Anche perché non c'è comune, in questo tragitto, che si attraversi senza un disagio. In circa 125 km, da Villafranca a Tusa, solo un quarto dell'autostrada si percorre “normalmente”.

Non è tra le più care d'Italia (e come potrebbe esserlo?), ma è di certo tra le peggiori. In tutte le classifiche stilate da associazioni a difesa dei consumatori l'autostrada A20 Messina-Palermo ha il “posto fisso”, tra gli ultimi. Ha un costo di 0,55 euro ogni 10 km ed è gestita dal Cas, il Consorzio Autostrade Siciliane, un ente pubblico controllato dalla Regione Siciliana che conta 300 dipendenti per gestire, attualmente, circa 300 km di autostrade che “collegano” la Sicilia da Messina verso Catania e Palermo e da Siracusa a Modica.

In circa 180 km di autostrada da Ponte Gallo a Buonfornello, la mattina del nostro viaggio (lo scorso 15 febbraio) abbiamo notato, in tutto, meno di una decina di operai a lavoro e una ventina di punti in cui per "lavori in corso" si procede su una sola corsia, il più lungo ricade nel comune di Barcellona ed è in buona compagnia, perché di restringimenti, nel solo tratto autostradale che collega Milazzo alla città del Longano, ce ne sono altri due. Un vero e proprio calvario. Che parte da Rometta e arriva, più o meno, fino alla zona di Cefalù. Anche perché non c'è comune, in questo tragitto, che si attraversi senza un disagio. Gallerie parzialmente illuminate, viadotti e cavalcavia pericolosi, carreggiata ridotta a una corsia, doppi sensi di marcia, barriere e guardrail divelti. In circa 125 km, da Villafranca a Tusa, solo un quarto dell'autostrada si percorre “normalmente”.

E la famosa relazione dell'ingegner Placido Migliorino, l'ispettore inviato dal Ministero dei Trasporti? E' rimasta sulla carta. Sotto la lente, circa due anni fa, aveva messo 22 viadotti, 8 gallerie e 5 cavalcavia della Messina-Palermo chiedendone la chiusura. Ma da allora, cosa è stato fatto? Di certo lo spoil system. Tra nuovo e vecchio corso, in sella, è rimasto praticamente solo il direttore generale Salvatore Minaldi ed è a lui che abbiamo chiesto cosa è successo dopo il “dossier Migliorino”.

“Abbiamo fatto una serie di indagini verifiche che ci hanno portato alla parzializzazione e all'abbassamento dei limiti di velocità di alcuni tratti della Messina-Palermo”. In altre parole il “danno” è stato “riparato” attraverso tutte quelle corsie uniche, doppi sensi di marcia, slalom e cartelli che fanno compagnia ad ogni automobilista che, oggi, si avventura sulla A20.

E di situazioni realmente sanate? A quante pare nessuna. “Di contro – spiega ancora il direttore generale – abbiamo lavori in corso per oltre 20 milioni di euro sul manto stradale da Rometta a Patti, ma solo per mettere a norma le gallerie gestite dal Cas – spiega Minaldi – che si trovano quasi totalmente sulla A20 servirebbero 400 milioni di euro e non abbiamo questi fondi”. E intanto... noi paghiamo.

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