Una chiave che è un simbolo di riscatto. Ce l'hanno fatta le quattro famiglie di Camaro San Luigi che abitavano in baracche costruite sopra la condotta e che per ben due volte hanno dovuto fare i conti con la furia dell'acqua che ha invaso le loro case. A tutti il Comune ha offerto una soluzione abitativa differente e qualcuno è già riuscito a lasciare la baracca.
A raccontarci di non poter più vivere in quella situazione, circa un mese fa, era stata la signora Gina che da 46 anni viveva in quella che era un'ex stalla. Un anno fa aveva fatto richiesta di un alloggio temporaneo alternativo per emergenza abitativa. Ma per mesi non è successo nulla, all'ennesimo allagamento della casa, lo scorso settembre, i tecnici avevano dichiarato la pericolosità della situazione. Sono passate settimane senza che accadesse nulla, così ha deciso di raccontarci la sua storia, delusa e amareggiata anche per qualche infelice commento su chi "sceglie di vivere in baracca".
La sua storia ha trovato spazio sulle pagine di Gazzetta del Sud e su Rtp e, inaspettatamente, dopo la messa in onda del servizio, Gina ha ricevuto una chiamata dagli uffici comunali: l'indomani è andata a vedere un alloggio che a breve diventerà la sua casa.
"La situazione di quelle abitazioni - spiega il vice sindaco Salvatore Mondello - era preoccupante, non era la prima la volta che accadeva una cosa del genere ed era un rischio per la loro incolumità farli restare lì".
"A distanza di un mese - spiega Gina - è cambiato tutto, dalle stalle alle stelle, spero di trasferirmi il prima possibile, stiamo avendo il tempo per sistemare tutto e così potrò finalmente mettermi alle spalle questa storia. Non è stato facile per me raccontare la mia situazione, ho ricevuto molte critiche, ma è così la vita. Voglio ringraziare gli angeli che ho in cielo e che da lassù mi proteggono sempre, ma la mia vittoria la devo soprattutto voi perché senza il vostro aiuto, chissà quanto tempo avrei ancora aspettato... Questa casa per me significa una nuova vita, un presente e un futuro pieno di luce, la baracca è stata la mia casa, nonostante tutto mi ha dato un tetto, non ero sotto un ponte, ma in certe situazioni, credetemi, non si può vivere".
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