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Emergenza coronavirus, droni per controllare Messina: ecco le prove

«Droni o non droni?». Il sindaco di Messina lo definisce il dilemma amletico del Governo Conte, l'ennesimo paradosso di norme e disposizioni che vanno a contraddirsi tra loro nell'arco di pochi giorni, se non di pochi istanti. Da una settimana decine di Comuni italiani ne fanno già utilizzo e Messina sarebbe partita ufficialmente domani, dopo l'ultimo test previsto per oggi. Città come Venezia, Brescia, Vicenza, Sondrio, Piacenza, stanno monitorando i loro territori anche con questo strumento, che non è stato impiegato in modo illegale ma a seguito di un preciso via libera da parte dell'Enac.

E infatti è questo il punto che Cateno De Luca dice di non poter comprendere: «Il 24 marzo scorso l'Ente nazionale aviazione civile aveva autorizzato, in deroga a tutte le regolamentazioni, l'uso di droni in carico ai sindaci e alle stesse forze dell'ordine, compresa la Polizia municipale, per poter impiegare meglio le unità messe in campo nel tentativo di reprimere le violazioni di decreti che obbligano tutti gli italiani a stare in casa. Ci servono i droni, noi li abbiamo personalizzati con la mia voce, ma non è quello il problema, è che ci servono perché dall'alto scattano foto e ci aiutano nel sanzionare i comportamenti irresponsabili, spesso criminali, che ancora taluni pensano di poter continuare ad avere, in barba a tutto quello che sta accadendo».

Lo “stop” all'utilizzo dei droni, almeno per qualche giorno, in attesa della decisione definitiva, viene dal capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli il quale ha invitato tutte le Prefetture e le articolazioni territoriali delle forze dell'ordine, ad attendere l'esito degli approfondimenti che si stanno completando riguardo delicati aspetti quali la sicurezza, la privacy, gli equilibri e l'ordine aereo. In corso vi è una interlocuzione ulteriore tra il ministero dell'Interno e l'Ente nazionale aviazione civile proprio su questi temi, dopo le segnalazioni di qualche uso improprioe dei droni da parte delle Polizie municipali.

«Attendiamo la decisione definitiva - afferma De Luca - ma noi intanto andiamo avanti, perché al momento nessuno ha dato comunicazione ufficiale e, quindi, pur sospesa momentaneamente, resta l'autorizzazione data dall'Enac il 24 marzo. Ancora una volta, però, emerge questa contraddizione, questa distanza assoluta tra chi firma Dpcm nei suoi palazzi dorati e chi resta in trincea come noi sindaci. I decreti si possono preparare sulle scrivanie ma poi si chiede a noi di applicare le norme. E noi sindaci siamo schiacciati dalle legittime tensioni delle comunità e da questa estenuante “guerra” con le “alte autorità”. Vorrei invitare i ministri a trascorrere con me e con gli altri sindaci, in questo particolare momento, un'intera giornata in trincea. E poi ne parliamo...».

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