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Bramanti "solo" alla prima

Mi chiamo Placido e sono nato a piazza Duomo. Si presenta come un messinese qualunque il professore.

Un podio, senza nessuno accanto. Un logo che tende all'azzurro ma senza simboli di partito. Una platea senza big della politica e con molti amici.

Ecco Dino Bramanti alla sua prima uscita ufficiale. Non un filo d'emozione traspare, e qualche battuta in dialetto serve a rompere il ghiaccio.

“Sono io a presentare la mia candidatura, non il centrodestra a lanciarla. Non mi fate passare per un cavallo di troia con i partiti in pancia”.

Lo dice fino all'ossessione l'ex direttore scientifico del Neurolesi che punta all'inclusione di tutti. Spera, forse sogna, che in tanti da sinistra e da destra, passando per accorinti convergano su di lui.

“La mia è una candidatura della città, dobbiamo invertire il metodo e che siano i messinesi a dare impegni alla politica- prosegue Bramanti che ha parlato a braccio per una trentina di minuti per poi sottoporsi al fuoco di fila dei giornalisti. “No al Cencelli, ma spazio alla meritocrazia” eccolo un altro mantra della conferenza stampa di stamattina “Vedete simboli, politici o padrini oggi qui accanto a me. Se i partiti dovessero provare a mettere le mani sul governo della città, sarei io il primo ad andarmene.

Bramanti chiama amico Renato Accorinti con il quale conta di andare a parlare presto sempre con la speranza di una condivisione dei progetti per la città. Lo ha già fatto con Emilia Barrile a destra e Beppe Picciolo a sinistra, e il giro, promette non è finito. Il tema ponte scalda il pubblico. “Si faccia un referendum fra i messinesi e in caso ci si faccia trovare pronti se arrivasse la chiamata del ministero” dice il sipontista Bramanti”.

Sulla squadra resta abbottonato, aprendo a Marco Storari che deve comunque ottenere il via libera del Milan. Ad occuparsi di liste civiche con vista sugli assessorati ci sono Enrico Spicuzza e Pino Falzea

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