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Basile a Torre Faro sul Ponte sullo Stretto: "Questo non è un progetto, ma una cartolina politica"

Il velo è stato definitivamente tolto. Seppur con i toni istituzionali dovuti alla fascia tricolore, Federico Basile sgombra il campo dagli equivoci e passa all’attacco sul tema Ponte sullo Stretto: «Questo non è un progetto, ma una cartolina politica». L’affondo, del resto, arriva in una serata confezionata attorno al leader politico di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, con un comizio a Torre Faro dal titolo eloquente: “Liberiamo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”. La linea politica, dunque, è chiara e Basile la sposa in pieno. Sul palchetto montato ai piedi del pilone di Capo Peloro, insieme la sindaco, salgono il suo vice, Salvatore Mondello, ed il direttore generale, Salvo Puccio. «Il Ponte sullo Stretto – le parole di Basile – è un mantra che va avanti da oltre quarant'anni, oggi dobbiamo fare chiarezza leggendo le carte. Noi oggi stiamo lavorando con lo stesso progetto del 2012, non si può pensare di prendere un documento di oltre dieci anni fa, aggiornarlo cambiando la data e dire che quello è il Ponte sullo Stretto di Messina. Prima di dire che si apre il cantiere a luglio, perché il 9 giugno si vota, bisogna capire se quel cantiere può essere aperto».
Secondo il sindaco, «semmai la città dovesse avere a che fare col Ponte, la città dovrà essere protagonista. La mia non è una posizione preconcetta, abbiamo la necessità che le cose si facciano nel rispetto delle persone. Anche nel programma elettorale c'è scritto che il Ponte può venire solo dopo la normalizzazione della città». Sulla stessa scia Mondello: «Qui abbiamo saltato tutte le fasi della pianificazione, l'interesse è quello di chiudere in fretta la partita, ma un'opera così importante non può essere legata ad una tempistica così veloce e ad una logica politica». Del resto, aggiunge Puccio, «non esiste un'opera, esistono decine di opere, decine di cantieri, da nord a sud, che si sommeranno a quelli del raddoppio ferroviario, che fra qualche settimana impatteranno già tra Giampilieri e Tremestieri».
La tesi definitiva la espone De Luca, nel suo comizio elettorale: «L’operazione non è realizzare il Ponte, ma continuare a produrre carte, da firmare prima possibile, e quindi soldi, quelli dei siciliani. È una truffa di Stato».

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