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Messina, quelle storie di donne riassunte in uno scatto

La mostra fotografica di Rocco Papandrea nell’atrio di Palazzo Zanca

Sono attrici, poetesse, imprenditrici, professioniste, giornaliste, scrittrici, atlete, principesse, militari. Sono donne delle istituzioni e benefattrici, donne del presente e del passato, donne che difendono le donne, personalità che con il territorio hanno allacciato un rapporto speciale e indelebile. Sono le donne celebrate dagli scatti di Rocco Papandrea, fotografo esperto che da anni racconta il territorio attraverso la sua “macchina” e che collabora con il nostro giornale.
In occasione delle iniziative per l’Otto marzo ha riunito i volti di donne speciali nella rassegna “Storie di donne”, allestita nell’atrio di Palazzo Zanca. La mostra, curata da Nuccia Di Gennaro, componente del Cug della Città metropolitana, attraverso le immagini, racconta la storia, le emozioni, il percorso di tante donne legate a Messina per nascita o perché questa città ha segnato un pezzo importante del loro percorso. Sono donne che sono state protagoniste della società e che hanno rappresentato e rappresentano eccellenze del territorio.

La mostra racconta anche momenti importanti per Messina come il conferimento della laurea honoris causa alla poetessa Alda Merini all’Università nel 2007 o la premiazione della principessa Vittoria di Svezia con il premio Bonino Pulejo del 2009.

Tra i volti della mostra quelli delle donne mai dimenticate come la professoressa Antonella Cocchiara e l’avvocata Laura Autru Ryolo. Ci sono poi le donne delle istituzioni che ricoprono ruoli di grande responsabilità come la prefetta Cosima Di Stani, la questora Gabriella Ioppolo, la presidente del Tribunale Marina Moleti, la direttrice del carcere di Gazzi Angela Sciavicco.

Altri scatti sono dedicati alle donne impegnate a favore del prossimo come Annamaria Garufi e ancora alle grandi attrici come Maria Grazia Cucinotta e alle sportive. C’è anche una foto dedicata alle donne vittima dell’insensata violenza maschile, brutalmente uccise come Omayma, Lorena e tante altre rappresentate da Maria Andaloro con la campagna social “Posto occupato”.
La mostra nasce attorno ad un tavolo istituzionale aperto dall’assessorato Politiche giovanili del Comune con tutti i Cug, i Comitati unici di garanzia del territorio, con l’assessora Liana Cannata che ha sposato l’iniziativa e che era presente all’inaugurazione della rassegna, insieme con la prefetta Di Stani e il sindaco Federico Basile.

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