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Il ritorno dei talenti a Messina, ecco la strada da percorrere

La storia significativa di Giovanni Rinaldi. Classe 1988, laurea in Fisica, “technical manager”, è di nuovo in città per l’eolico del mare

«Oggi lavoro per la Simply Blue Group, ricopro il ruolo di responsabile tecnico, “technical manager” per usare il termine originario, e sono l'unico impiegato che lavora dall’Italia per lo sviluppo dell'eolico galleggiante». Lo Stretto e le sue potenzialità sono state da sempre luogo di richiamo. E di fatto, il talento messinese Giovanni Rinaldi, classe 1988, laureato in Fisica all'Università di Messina, che ha collezionato esperienze su esperienze nel campo dell'energia marina, ambito che lo ha rapito quando durante l'Erasmus ha studiato una materia sulle energie rinnovabili, oggi può scrivere il suo percorso di emigrato di ritorno sfruttando le competenze e il bagaglio maturate in giro per il mondo.
Giovanni Rinaldi, da sempre ti sei occupato di energia marina. Ti avevamo lasciato in Inghilterra, dove eri ricercatore all'Università di Exeter, in Cornovaglia. Da cosa è stato contraddistinto il tuo percorso in Francia?
«Dopo 6 anni nel mondo accademico avevo voglia di affrontare nuove sfide e massimizzare l’impatto del mio lavoro. Inoltre, volevo rientrare in Europa, dopo la Brexit, e spostarmi verso un clima più mite. Per questi motivi ho deciso di lavorare per un’azienda che sviluppa piattaforme per turbine eoliche galleggianti nel Sud della Francia. Ho vissuto vicino Marsiglia per 2 anni, occupandomi di ricerca e sviluppo per migliorare la tecnologia dell’eolico flottante. Il mio lavoro consisteva nel rendere le piattaforme sempre più robuste, efficienti ed economiche, per massimizzarne le opportunità d’impiego nei progetti rinnovabili offshore».
Il tuo sogno era di rientrare a Messina, e ora possiamo dire che il desiderio si è concretizzato. Potrai lavorare allo sviluppo dell'eolico galleggiante qui, al Sud. Come è nata questa opportunità e soprattutto di cosa ti occuperai?
«All’improvviso ho ricevuto una chiamata con un’offerta che mi avrebbe permesso di fare il lavoro per il quale mi sono formato ed ho accumulato esperienza, avendo allo stesso tempo l’opportunità di vivere a Messina. Dai primi di quest’anno lavoro per un’azienda Irlandese che ha accettato di farmi lavorare completamente da remoto, aprendo una sede legale in Italia per potermi fare un contratto Italiano. Qui mi occupo dello sviluppo di progetti che prevedono l’installazione di turbine eoliche galleggianti a decine di chilometri dalla costa, dove non sono visibili e non intralciano la navigazione né altre attività marittime o di pesca, ma riescono comunque a produrre energia elettrica pulita ed economica per migliaia di famiglie. I primi progetti sono previsti di fronte alle coste di Otranto e Catanzaro, per cui rappresentano un’opportunità considerevole per l’economia e lo sviluppo del Sud Italia. E sia per il progetto calabrese che per quello pugliese si parla di soddisfare il fabbisogno energetico annuale di circa un milione e mezzo di famiglie».
L'energia marina ancora è considerata ancora un settore giovane nel campo delle energie rinnovabili. Perché i cittadini dovrebbero familiarizzare con questi temi?
«Perché sono fondamentali per la transizione verso una società sostenibile, pulita e tecnologicamente avanzata. Ormai viviamo all’interno di una drammatica emergenza climatica, che provoca un continuo aumento della frequenza e dell’intensità di eventi estremi come inondazioni, allagamenti e caldo insostenibile. Luoghi come la Sicilia sono particolarmente sensibili a questi disastri, per cui dobbiamo rapidamente porre un freno alle emissioni inquinanti. Le energie rinnovabili sono un mezzo ideale e conveniente per facilitare questo obiettivo. Quelle marine, poi, riducono i conflitti con usi alternativi del suolo pubblico e godono di una risorsa abbondante come quella di onde, maree o vento in mare aperto».
Quali collaborazioni stai portando avanti e quali vorresti creare con l'Università di Messina?
«Al momento stiamo collaborando con Plenitude, la società di energie rinnovabili che fa capo al gruppo Eni. Allo stesso tempo stiamo cercando di attivare collaborazioni con Università e Centri di ricerca, per introdurre quanti più elementi possibili d’innovazione tecnologica all’interno dei nostri progetti. Vivendo a Messina, mi piacerebbe collaborare con la nostra Università , che ha diversi Dipartimenti d’Ingegneria e Scienze che potrebbero supportare il nostro lavoro».
Quanto è stata importante la tua formazione da cittadino dello Stretto e quanto, invece, andare fuori?
«Tutta la mia formazione, dalle elementari alle superiori per poi continuare all’Università, è stata qui a Messina. Mi ha dato una base di conoscenze della quale sono assolutamente soddisfatto. La qualità dell’istruzione è sempre stata alta e comparabile a quella di altri Paesi, dove invece le spese sono spesso molto più alte. È normale che per specializzarmi in un settore così particolare abbia poi dovuto spostarmi, sia in Italia che all’estero. Ed è stato importante per trarre spunti e familiarizzare con realtà diverse».
Quali opportunità si stanno aprendo per i giovani, perché restino, o tornino qui?
«Il campo delle rinnovabili è in continua crescita e rappresenta sicuramente il futuro a breve e medio termine del settore energetico globale, per cui sono sicuro che non mancheranno le opportunità per i giovani. Anzi, c’è una continua ricerca, spesso difficoltosa, di figure formate o specializzate in questi campi. In questo momento noi stessi stiamo offrendo un tirocinio pagato, finalizzato all’assunzione, per supportare i nostri progetti sull’eolico flottante. Questo è un settore che offre moltissime opportunità, e soprattutto permette di creare ricchezza mentre si migliora lo stato del pianeta e delle future generazioni».

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