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Messina, tenacia, passione e volontà. Ecco Laura, referente marketing della Benetton

Classe 1991, diplomata al “La Farina”, ha scelto di cambiare vita andando in Catalogna e lì ha costruito il suo successo

Il suo futuro lo ha sempre voluto costruire essendo «artefice del proprio destino», come insegnano i classici. E grazie alla sua determinazione ci è riuscita. Laura Cavalcante, classe 1991, ha realizzato il suo sogno professionale in Spagna e in corsa ha capito che doveva dare forma alle sue aspirazioni cambiando percorso.
«Sono figlia di due culture – racconta Laura –. Papà è calabrese, mentre mamma è messinese. Ho frequentato con orgoglio il liceo "La Farina" e in classe c'era lui, il mitico professore Savasta che, come ribadisco spesso, ci ha insegnato la vita, oltre a Plutarco... Dopo la maturità mi iscrissi a Giurisprudenza, frequentavo le lezioni e sostenni anche quattro esami, ma mi resi conto che avrei potuto percorrere un’altra strada, forse meno canonica, per raggiungere il mio obiettivo che era il mondo della comunicazione. Così, armata di passione fino al midollo iniziai il percorso universitario in Marketing e Comunicazione dell’Università di Messina». La laurea con 109, ma la lode gliela avrebbe data la vita. Laura decise di lasciare lo Stretto per fare un master in Digital Marketing all’Università “La Salle -Ramon Llull” di Barcelona, andò via perché era curiosa, bramosa di vedere il mondo, imparare dai più bravi e trovare uno spazio suo. «Sono partita con una valigia rossa – ricorda – impossibile da trasportare per il peso eccessivo, trascinata da Messina a Barcelona in una giornata di fine gennaio di ormai sei anni fa. È sempre stato il mio obiettivo di vita e anche un po’ il mio sogno nel cassetto l’estero. L’ho immaginato e desiderato tante volte dalla mia stanza messinese quando preparavo Neuromarketing o nei discorsi infiniti con mamma che mi invitava a volare lontano. Grazie ai miei genitori e al loro supporto costante ho potuto studiare in un’altra lingua, avere professori d’avanguardia che facevano i “Chief digital officer” in aziende spagnole ed europee, confrontarmi con colleghi provenienti da Stati Uniti e America Latina. E lì c’è stata la prima apertura verso il mondo, prima era solo una predisposizione, una capacità di adattamento che mamma e papà mi hanno sempre trasmesso».

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