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Messina, 100mila euro per il museo Cammarata di Maregrosso. Attesa l'approvazione dell'ARS

Era di appena 17 articoli il disegno di legge regionale di stabilità per il 2023 che il governo Schifani aveva trasmesso all’Ars poco prima di Natale: quello uscito all’alba dalla commissione Bilancio, dopo una maratona di due giorni, ne conta adesso un centinaio. Una pioggia di soldi per le iniziative più disparate: 100 mila euro per l’anniversario dell’operazione Husky con lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel '43, altri 100 mila euro per la "restaurazione» (così c'è scritto nella norma) della Casa del Cavaliere Cammarata, monumento che si trova nel rione Maregrosso a Messina. E ancora: 100 mila euro all’associazione Rugby 'I Brigantì onlus con sede a Catania, 100 mila euro per la Festa e il Palio dell’Ascensione di Floridia (Sr), 75 mila euro per il festival internazionale dei Fuochi pirotecnici di Gualtieri Sicaminò

Un lungo elenco di piccoli finanziamenti contenuti in decine di emendamenti presentati dai deputati di maggioranza e di opposizione, sul quale in commissione Bilancio è stata trovata l'intesa. Come da prassi, il testo adesso andrà al vaglio della Presidenza dell’Ars, probabile che alcuni degli emendamenti siano stralciati. La manovra vale oltre un miliardo di euro. Come da calendario della capigruppo, sarà incardinata in aula lunedì prossimo.
L'intendimento è quello di approvarla entro l’8 febbraio. La Regione siciliana, al momento, è in esercizio provvisorio (scade il 28 febbraio).

L'opera di Maregrosso

I resti della casa sono solo una parte dell’enorme opera del cavalier Cammarata. Tra la fine degli anni ’70 e fino alla sua morte, Il Cavaliere di Maregrosso trasformò la sua casa – laboratorio in un fantasmagorico parco di sculture, mosaici, murales, fontane, templi, ninfe etc. Ciò che rimane oggi, dopo il restyling dell'arteria (Nuova Via Don Blasco) è “ingresso monumentale” della sua dimora.

Chi era Giovanni Cammarata

Giovanni Cammarata nasce a Messina il 29 Aprile del 1914 e  muore nel 2002. Ancora fanciullo comincia a lavorare come garzone presso uno dei tanti fabbricatori che realizzavano apparati decorativi in amalgama di cemento per le Cappelle gentilizie del cimitero monumentale. Nel 1951 trasferisce la sua attività a Maregrosso dove gli viene concesso una piccola area demaniale e lì edifica la sua casa e impegna tutte le sue modeste risorse economiche realizzando una quantità immensa di opere, di cui tuttavia non vendette mai un solo pezzo perché voleva che fossero patrimonio di tutta la città. Nel 2002, dopo la sua morte la sua baracca, il suo laboratorio e il suo giardino dove alloggiavano tutte le sue opere, vengono abbattuti e seppelliti per la realizzazione di un parcheggio utile ad un ipermercato, dunque della sua esperienza rimangono solo alcune vestigia che, per fortuna, ricadevano abusivamente su suolo comunale.

 

 

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