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Messina, è una corsa al voto a doppia velocità

Il candidato di De Luca, Federico Basile, brucia le tappe. Le coalizioni invece continuano ad arrancare. Il Centrosinistra non trova la quadra, nel Centrodestra il ventaglio di nomi si allarga

È una campagna elettorale a due, se non tre velocità. Se e quanto questa diversità di andature inciderà sull’esito delle urne, è tutto da vedere. Di sicuro oggi c’è un candidato sindaco che, al di là delle etichette che qualcuno abilmente prova ad affibbiargli, è in campo, col suo volto, il suo nome sul simbolo, con tanto di assessori e consiglieri comunali a fianco. Non è poco, sebbene sia meno ovviamente meno difficile un’operazione del genere per chi, come Cateno De Luca, gioca “solo”.
Sta di fatto che Federico Basile è partito: in sordina, con un tour tra i villaggi che è più un giro di ricognizione (nessuna folla, anzi...), ma è partito. Da De Luca ha mutuato solo alcune tattiche social: le immagini che lo ritraggono mentre lavora al pc, le scenette più intimamente familiari, le visite a questo o quel bar. Copioni già visti con De Luca, ma Basile è attentissimo nel mostrare un approccio caratteriale e lessicale completamente diverso: impossibile aspettarsi dall’ex direttore generale una parolaccia, un insulto, una pernacchia, un colpo di testa. Il suo ruolo di dottor Jekyll, alter ego del De Luca mister Hyde, funziona così, sotto lo sguardo vigile dello spin doctor (ma guai a chiamarlo così) di questa fase elettorale, l’ex assessore Francesco Gallo.

La conferenza stampa di ieri

Anche ieri – durante la conferenza stampa in cui è stata confermato l’appoggio pieno dei consiglieri comunali del gruppo Misto Nello Pergolizzi, Serena Giannetto, Alessandro De Leo e Ciccio Cipolla –, ad un certo punto Basile è stato chiaro: «Io rispondo del mio comportamento, non di quello di De Luca». Ieri il candidato sindaco ha aperto anche ad altri le porte delle liste per il consiglio comunale. Ma non a tutti: «Chi fino ad oggi ha fatto crociate contro l’amministrazione, non può ritrovarsi in questo progetto. Ma la linea di dialogo è aperta, al mondo civile e anche ai consiglieri comunali che quelle crociate non le hanno fatte». I quattro del Misto, gli assessori uscenti e soprattutto De Luca confluiranno tutti in una lista. Ma Basile non vuol parlare di lista principale e liste satellite: «Le liste verranno tarate in base ai candidati. L’unico vantaggio di consiglieri e assessori è il buon governo di questi anni, ma ogni campagna elettorale fa storia a sé». Nello Pergolizzi si è pure sbilanciato: «Arriveremo al 5% con almeno tre liste. Le persone non si candidano con noi per avere una posizione personale. Vogliono solo aiutare questa squadra».

Qui centrosinistra

Chi una squadra, ma soprattutto una quadra, non ce l’ha, è il centrosinistra. Che naviga a vista, aspettando un sussulto che, a questo punto, non si capisce bene da dove debba arrivare. Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, sembra aver fatto definitiva chiarezza sull’ipotesi campo “larghissimo”: niente accordi con Forza Italia. Anche a Messina? Sembrerebbe proprio di sì, nonostante tanti, sia nel Pd – ma anche nel M5S – fossero più che pronti ad una Grosse Koalition in salsa messinese. Un punto di arrivo che secondo molti continua ad essere inevitabile, semmai soltanto rinviabile ad un eventuale ballottaggio. Già, ma nel frattempo? Nel frattempo i nomi in ballo sono sempre gli stessi, da Valentina Zafarana ad Antonella Russo, passando per Felice Calabrò e Maria Flavia Timbro. Ma come arrivare alla scelta? Tutti sanno che la strada ideale sarebbe quella di una condivisione a tavolino, senza passare dall’impervio sentiero delle primarie. Ma c’è anche la consapevolezza che lo sbocco delle consultazioni, senza un accordo pieno, potrebbe essere l’unico, per quanto rischioso e, soprattutto, foriero di ulteriori rallentamenti, mentre gli altri corrono.

Qui centrodestra

Anche nel centrodestra c’è chi non avrebbe affatto disdegnato un campo largo. E anche da questa parte della barricata in molti sono convinti che quel “patto” sia solo rinviato al secondo turno delle elezioni (sempre che ci si arrivi, ovviamente). Il nome caldo resta quello di Matilde Siracusano, nel caso in cui dovesse spettare a Forza Italia l’indicazione decisiva; in caso contrario, la Lega un paio di nomi da tirar fuori li avrebbe, da Nino Beninati a Francesco Stagno d’Alcontres. Due “moderati”, appunto, spendibili in caso di più o meno ufficiali imparentamenti da ballottaggio. Spuntano fuori anche ipotesi più vicine al governatore uscente Nello Musumeci. E sembra che anche il gruppo Genovese, sebbene lontano dai riflettori, voglia dire la propria. Non con un impegno diretto, ma con un parere da esprimere al momento delle decisioni.

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