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Messina, è il giorno di Vasco. È un giorno diverso

Il primo grande evento dopo l’incubo Covid

Non sarà un evento come gli altri. Non potrà esserlo per diversi motivi. Il ritorno di Vasco Rossi a Messina è un po’ come l’inaugurazione di una nuova stagione, una sorta di “taglio del nastro” di un ora, un oggi, un domani, che vogliono mettersi alle spalle il peso di ciò che è stato ieri. La tappa al “Franco Scoglio” del tour del Kom diventa il primo, grande evento che mette assieme decine di migliaia di persone (41mila, per la precisione) dopo l’emergenza Coronavirus. Un antipasto di “normalità” la città lo aveva assaporato con il Giro d’Italia. Ma stavolta è diverso. In mezzo a quei 41mila ci saranno messinesi, calabresi, siciliani d’ogni dove, e poi lombardi, emiliani, laziali, campani, pugliesi, persino sardi (sì, 61 biglietti sono stati venduti pure in Sardegna).

Già ieri si vedevano i primi accampamenti fuori dai cancelli dello stadio, che si apriranno solo nel primissimo pomeriggio di oggi. Un gruppo di fans è arrivato da Latina, uno di loro ha deciso che le undici tappe dell’edizione ‘22 del “Vasco No Stop Live” le seguirà tutte. E quando gli si chiede perché, lui non fa una piega: «Perché Vasco è tutto. Perché è una passione». Semplicemente una passione.

Una passione che, come altre, era stata soffocata da una pandemia che è ancora qui, ma fa meno paura perché gestibile, grazie ai vaccini. E quindi si riaprono le porte di un mondo, quello dello spettacolo, che più di altri ha pagato, economicamente e non, trascinando in questo oblio i milioni di fans che “vivono” di eventi come questo.

Così il clan del Blasco ha fatto le cose in grande. Carmelo Costa della Musica da Bere srl, organizzatore per la Sicilia, non ha dubbi: «Sarà il più imponente spettacolo che si sia mai organizzato in Sicilia». Lo dicono i numeri: 72 autotreni, 800 persone al lavoro, 750 mila watt, 1500 punti luce, decine di laser, 4 generatori di corrente. Chiunque è passato dalle parti di San Filippo, in questi giorni, non ha dovuto faticare, sbirciando, nel vedere la maestosità della macchina organizzativa.

E per non farsi trovare non all’altezza, ieri la MessinaServizi (che da oltre un anno gestisce anche lo stadio) è arrivata in forze nel piazzale: un pullman carico di operatori, per rifare il look alle strade d’accesso, eliminare le tante, troppe erbacce (ci vorrebbe un concerto a settimana...) e persino alle biglietterie, che sembravano ormai destinate a divenire relitti irrecuperabili.

Messina vuole essere perfetta, Messina si fa trovare bella e... piena. Come gli alberghi. Ormai pressoché introvabili sia in città (su booking.com rimangono sparute camere di B&B, vendute a oltre 200 euro per una sola notte) che in provincia: nella sponda tirrenica bisogna spingersi fino a Milazzo per trovar posto, in quella ionica fino a Savoca. Questo è l’indotto di spettacoli così. È anche per questo che il concerto di stasera non sarà un evento come gli altri: se si può di nuovo parlare di grandi spettacoli a Messina è grazie (di nuovo) al ritorno di Francesco Gallo nell’Amministrazione pubblica. Fu lui il primo uomo dei concerti a Messina, è toccato a lui ricucire lo strappo con i promoter nazionali e rimettere a posto le cose, dopo le suicide decisioni di chi l’ha preceduto nell’Amministrazione De Luca.

La macchina si è rimessa in moto e lo fa con colui che, ormai 15 anni, fu tra coloro che inaugurarono la serie dei grandi concerti nello stadio della “fu” serie A. In questi quindici anni Vasco ha scelto Messina per quattro volte. Quella di stasera sarà la quinta. Ma no, non sarà come le altre.

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