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De Gregori e Venditti emozionano Taormina, la storia siamo noi. Stasera si replica FOTO

La storia siamo noi. Francesco De Gregori e Antonello Venditti, intrecci di vita, di emozioni, di canzoni, di un'Italia segnata dalla loro musica. Oltre 4.500 persone a Taormina per la prima serata del doppio evento (stasera al "Teatro Antico" si replica), tutte con la netta sensazione di avere davanti agli occhi due colossi e una traccia indelebile nella musica italiana. Antonello e Francesco si divertono, sono a loro agio. Fumano sul palco e scherzano, De Gregori tiene a bada Venditti che altrimenti parlerebbe per ore e la complicità dell'amicizia arriva a tutti.

E' il leit motiv di un concerto che mette insieme il meglio delle carriere dei due grandi artisti, i loro classici che sanno ancora emozionare gli spettatori di ogni generazione. Quasi tre ore di spettacolo purissimo (30 canzoni), in cui i due cantano insieme quasi metà delle canzoni in scaletta. Si comincia con "Bomba o non bomba" e "La leva calcistica della classe '68", poi è un viaggio nelle emozioni. Una vita che rivive: Bufalo Bill, La storia, Peppino, Generale, Sotto il segno dei pesci, Che fantastica storia è la vita.

A metà concerto anche l'omaggio con "Canzone" a Lucio Dalla, mentre Francesco e Antonello chiedono al pubblico di alzarsi. E quindi "Ci vorrebbe un amico", Sara, Notte prima degli esami, Pablo, La donna cannone, Unica, Rimmel, Titanic, Giulio Cesare, Alta Marea, In questo mondo di ladri. "Sempre e per sempre" sembra il manifesto di un rapporto di amicizia che si fa scena, mentre "Buonanotte fiorellino" sembra il congedo dei due che però dopo pochi minuti tornano sul palco a regalare Il vestito del violinista, Ricordati di me, Roma Capoccia. Applausi per tutti, in un concerto in cui c’è un mondo intero.

Due leggende che hanno avuto un curioso modo di incrociarsi e poi separarsi per incontrarsi di nuovo, quest’anno, sui palcoscenici di tutt’Italia. Avevano cominciato a vent’anni («e vent’anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi più...», dice Bufalo Bill nella sua immortale canzone, dall’album omonimo del 1976, il quinto di De Gregori) collaborando durante un viaggio in Ungheria (che allora era, letteralmente, “l’altro mondo”), fino all’esordio discografico comune nel 1972 con “Theorius Campus”. Fra le tracce, «Roma Capoccia», uno dei successi più durevoli e assoluti di Venditti, e «Signora Aquilone» di De Gregori: era cominciato per ciascuno di loro un percorso che è stato il percorso di una intera generazione, anzi più d’una. Sul palco - per lo spettacolo promosso dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, organizzato con Puntoeacapo, con la direzione artistica di Nuccio La Ferlita - musicisti che da anni collaborano con loro: Alessandro Canini (batteria), Danilo Cherini (tastiere), Carlo Gaudiello (piano), Primiano Di Biase (hammond), Fabio Pignatelli (basso), Amedeo Bianchi (sax), Paolo Giovenchi (chitarre) e Alessandro Valle (pedal steel e mandolino).

(Foto Enrico Di Giacomo)

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