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“La favola mia”, one man show di Giorgio Panariello a Barcellona

Sul palco una carrellata dei personaggi più famosi portati al successo dall’attore

«La mia favola sta per cominciare. Venite fiduciosi, venite a divertirvi» è l’invito lanciato sui social dal grande mattatore Giorgio Panariello, che da qualche giorno ha iniziato il suo tour di straordinario successo in Sicilia. E così, dopo Palermo e Catania, “La favola mia” approderà oggi al teatro Mandanici di Barcellona.
Uno spettacolo che è un inno alla sua brillante carriera ed ai suoi sessant’anni d’età e che, come tutte le favole che si rispettino, è un racconto di vita ricco di sorprese. In primis c’è Giorgio, un ragazzo che parte dalla Versilia con un grande sogno nel cassetto e che non sa bene come realizzarlo. Un ragazzo pieno di speranza e tanta voglia di lavorare. E di lavori ne fa tanti, faticando ogni giorno per guadagnarsi da vivere. E poi c’è Panariello. Il grande comico, imitatore, cabarettista e attore. Panariello che racconta Giorgio. Lo show man che racconta l’uomo in una travolgente emozione che coinvolgerà il pubblico nell’intimità di una chiacchierata tra amici, regalando una serata unica in grado di pizzicare molteplici corde dell’anima.
È la favola che diventa realtà tra le mani dell’artista che opera e produce, descrive e forgia, in quella terra di mezzo tra istinto, ispirazione, talento. Sul palco Panariello sarà “uno e centomila”, one man show eppure affollato come «una riunione di condominio» in cui non mancheranno i suoi grandi personaggi come il bagnino Mario, il barcollante Merigo, il Pierre del Chiticaca di Orbetello, Naomo, la signora Italia e molti altri ancora. E, ovviamente, non mancherà l’imitazione dell’altrettanto grande artista Renato Zero, che iniziò ad imitare mentre da ragazzino serviva ai tavoli divertendo la gente. Ed è proprio dal titolo di una canzone di Renato Zero che nasce il titolo dello show di Panariello.
L’artista darà così vita a una straordinaria carrellata dei suoi classici più amati, con tutti i suoi personaggi conditi con bizzarre chicche sulle persone che li hanno ispirati. «Ridere» sarà la parola d’ordine, con l’aggiunta di un pizzico di irriverenza, tanta simpatia e quel q.b. (quanto basta) di attualità. Attualità dalla quale lo show man non può prescindere e che ha riscritto, per certi versi, la trama dello spettacolo originariamente pensata prima del lockdown. Non mancheranno così momenti di riflessione, ma senza mai perdere di vista quella travolgente spensieratezza che da sempre, in Panariello, ha incantato il pubblico. Perché Giorgio Panariello è così: un artista filosofo, comico dalle sfumature nostalgiche, mattatore irriverente zeppo di simpatia.

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