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Fra le bellezze di Messina, secondo weekend per Le Vie dei Tesori

I visitatori si sono riversati su Messina, sciamando tra le sue eleganti ville private che aprivano i battenti per la prima volta, o i palazzetti storici con le collezioni inedite, e le chiese, tante, bellissime, ognuna con una sua storia.

Messina ha vinto di gran lunga la sfida “gettata” dalle altre città siciliana e si è accaparrata la palma di provincia più gettonata nel primo weekend de Le Vie dei Tesori, visto che ha superato i 3500 visitatori. E comunque si tratta solo di una conferma, visto che già lo scorso anno, al debutto, Messina aveva registrato un vero boom di visite: 11288 ingressi, con punte di 1515 visitatori per il Forte San Salvatore con la Madonnina affacciata sul porto e 1196 al Sacrario Cristo Re.

Adesso si prepara al secondo weekend – da venerdì 21 a domenica 23 settembre -, forte dei suoi ventinove luoghi aperti al pubblico, tutti ad 1 euro, secondo la formula consolidata del festival. Anzi, si può anche partecipare ad un percorso guidato d’autore, fuori dagli orari di visita, con tanto di degustazione di vini Planeta: sarà venerdì, dalle 19, a Castel Gonzaga dove non ci sono più i famelici coccodrilli nel fossato voluto disegnato dal Ferramolino, ma resta un camminamento anti-mina di grande suggestione. Altra visita, venerdì 28, alla chiesa di San Giovanni di Malta. Vanno prenotate su  www.leviedeitesori.it.

In questo secondo weekend, quello che si può consigliare è di …andar per chiese. Ad iniziare da San Giuseppe che è un vero racconto dell’arte delle maestranze argentiere messinesi dal XVI secolo in poi. Tra i reperti, la chiesa ospita un prezioso reliquiario settecentesco che contiene un anello che la tradizione vuole, sia appartenuto al santo. Oppure si può scoprire la chiesetta di settecentesca della confraternita dei marinai, ovvero Madonna di Portosalvo che custodisce il celebre Vascelluzzo.  singolare fercolo rivestito d’argento, finemente cesellato, che raffigura un galeone con le vele spiegate. Non vi basta? Eccone un’altra: le absidi merlate della chiesa di Francesco all’Immacolata sono raffigurate nel famoso dipinto “La Pietà con tre angeli” di Antonello da Messina, esposto al Museo Correr di Venezia. Edificata nel 1254, la chiesa di San Francesco faceva parte del primo complesso religioso dell’Ordine in Sicilia. Dai crolli del 1908 si salvarono solo le absidi. L’edificio venne ricostruito, ma rimase sotto le macerie dei bombardamenti e fu ristrutturato nel 1954.

Se si vuole fare una sortita fuori città, bisogna assolutamente arrampicarsi a Gesso, sui monti Peloritani, dove in un antico casale è stato impiantato un curioso, ma interessantissimo museo unico nel suo genere, visto che racconta la cultura popolare del pastori: tradizioni, lavoro, feste religiose e profane, giochi. Ci si perde tra ciaramedde (zampogne), friscaletti (flauti), tammuri e tammureddi (tamburi e tamburelli), marranzani, brogne e trumme (trombe). Ma il vero segreto sta dietro le quinte, in un laboratorio, dove i ragazzi imparano a costruire le zampogne e i flauti di canna. Ci sono pure una raccolta di Pupi siciliani, e le maschere de U cavaduzzu e l’omu sabbaggiu. Il museo è aperto nell’intero weekend, ma dalle 10 alle 12.30, poi dalle 15.30 alle 18.

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