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Messina, sarà anche un Ponte di camion e... di metri cubi

Cantieri come quelli di un’opera monumentale come il Ponte sullo Stretto, soprattutto quelli che ruotano attorno al Ponte , contemplano una dose altrettanto monumentale di volumi di scavo, di metri cubi di materiali, di camion in movimento, con relativi siti di deposito e discariche. E un risultato finale che, nei piani, dovrebbe tradursi in aree riqualificate e ripascimento di litorali. Ecco cosa è previsto dal progetto definitivo che, va sempre ricordato, risale al 2011. E che, giocoforza, verrà rivisto in questo ancor più che in altri “capitoli”.

I materiali e i volumi

Il totale delle volumetrie di scavo previste è di 16 milioni 444 mila 182 metri cubi, di cui 4 milioni e mezzo circa in Calabria e la maggior parte (11 milioni 884 mila 210 metri cubi) in Sicilia. Secondo il progetto «la capacità complessiva dei siti siciliani pari a 7.093.000 metri cubi risulta essere idonea ad ospitare tali quantitativi». Nel dettaglio, si tratta di quasi 7 milioni di tonnellate di inerti (per la precisione 6.997.422), 1 milione 495 mila metri cubi destinati ai ripascimenti. «Parte degli inerti prodotti in Sicilia, per un volume di 1 milione 799 mila 641 tonnellate, verrà trasportato in Calabria con chiatte ». Le operazioni di carico avverranno attraverso i nuovi pontili di Ganzirri (poco più di 1 milione di tonnellate di sabbie) e Villafranca (767 mila tonnellate di ghiaie). C’è anche un dettagliato piano di gestione delle terre :«In base alle indagini preliminari eseguite, l’entità del riutilizzo dei terreni di scavo ammonterebbe a circa il 95% della volumetria complessiva, poiché non contenenti sostanze pericolose oltre i limiti di accettabilità previsti». Ma verranno eseguite «ulteriori verifiche».

I flussi di traffico

Tutto questo materiale dovrà essere trasportato, lungo i percorsi che hanno come estremi le aree di scavo dei cantieri e i siti di deposito (più avanti vedremo quali). Il traffico derivante si svolgerà in parte via mare e in parte via terra. Attraverso mezzi pesanti, «dai cantieri previsti – si legge nell’analisi dei flussi di traffico del progetto – vengono trasportati alle cave di deposito e prestito i volumi di scavo; dalle cave di prestito, gli inerti idonei vengono trasportati agli impianti di betonaggio; a partire dagli impianti di betonaggio, vengono trasportati in cantiere i quantitativi di calcestruzzo occorrente». Secondo i progettisti «i flussi di traffico aggiuntivi costituiscono un aggravio trascurabile per la rete stradale cittadina», avvenendo «prevalentemente» in «strade extraurbane a scarso traffico», anche se «non manca qualche arco urbano percorso da flussi di traffico non trascurabili, in relazione ai cantieri per la realizzazione delle stazioni ferroviarie cittadine». Il flusso massimo «si prevede sul tratto della Strada Panoramica dello Stretto compreso tra lo svincolo per la salita Papardo e lo svincolo per via Fiumara Guardia, pari a 27 mezzi pesanti per ora e per verso». E poi «escludendo la Tangenziale di Messina, il secondo maggior flusso di mezzi pesanti si registra sulle rampe dello svincolo San Filippo ed è pari al massimo a 22 camion per ora e per verso di circolazione». Viene ammesso che «in corrispondenza delle intersezioni, attese le condizioni attuali della circolazione, è da attendersi un impatto non trascurabile dal transito dei mezzi pesanti aggiuntivi». I problemi maggiori sono previsti, sulla Panoramica, in corrispondenza degli incroci all’altezza delle vie Fiumara Guardia e Fiumara Pace. Ai tempi del progetto, va detto, non erano ancora state realizzate le rotatorie. In città, invece, «sarà sufficiente intervenire sulla regolazione semaforica».

Siti di deposito e discariche

Il progetto definitivo prevede una serie di “siti di deposito”, già modificati nell’ultima versione del 2012 rispetto a quella precedente. Uno degli aspetti che, presumibilmente, più di altri sarà oggetto di ulteriori cambiamenti nell’opera di revisione del progetto definitivo prevista dal decreto Salvini e nella fase della progettazione esecutiva. Vale comunque la pena rivedere cosa è previsto negli unici documenti ai quali, ad oggi, si può fare riferimento. I siti sono nove: uno a Venetico, in un’area industriale nei pressi del torrente Senia, per un totale di 1 milione 529 mila metri cubi di materiale abbancato; uno a Torregrotta (1 milione 289 mila), in un’area di cava nei pressi del torrente Caracciolo; quattro a Valdina, rispettivamente da 569.000, 284.000, 120.000 e 404.000 metri cubi, in località Acquasanta e in zone limitrofe ai torrenti Caracciolo e Senia; tre a Saponara, per un totale di 906.000 metri cubi, di cui uno in un’area di cava “comune” con Villafranca Tirrena, a monte di località Salvatorello. In tutti questi casi il volume abbancato previsto è minore della capacità massima (i quattro siti di Saponara, ad esempio, avrebbero una capacità di 2 milioni e mezzo di metri cubi). Per ogni sito è prevista, a lavori finiti, un’azione di riqualificazione e «valorizzazione paesaggistica», con «un articolato progetto» che propone di creare «un sistema di parchi da integrare in un tessuto urbano-rurale da riconvertire a supporto dello sviluppo socio-economico».
Parallelamente ai siti di deposito sono previste tre discariche di rifiuti speciali non pericolosi: una a Pace, a monte della Panoramica, lungo la strada d’argine della fiumara; una a Venetico, in un’area industriale alla sinistra del torrente Cocuzzaro; una a Valdina, «sul rilievo collinare in destra idrografica del torrente Caracciolo».

Il ripascimento

Una parte importante dei materiali di risulta verrà utilizzata per interventi di ripascimento del litorale «A seguito di studi specialistici – si legge nel progetto – è stata individuato il tratto di litorale compreso tra i comuni di Monforte San Giorgio e Saponara, sulla costa tirrenica della provincia di Messina». Nei documenti si parla di una lunga «barriera soffolta prevista a protezione del litorale dalla foce del torrente Niceto alla foce del torrente Calvaruso (tratto di circa 11 km)», la cui realizzazione avverrà in tre fasi attuative: la prima a Spadafora, la seconda a Rometta e Saponara, la terza a Monforte San Giorgio, Torregrotta, Valdina e Venetico.

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