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Messina, uomo accoltellato all'Annunziata. Fermato 53enne. Lite nata in parrocchia

Stava andando ad ottenere giustizia e invece ha ritrovato il suo aggressore. Un’ottantenne ha rischiato di morire per la coltellata infertagli da un 53enne con cui da tempo i rapporti erano piuttosto tesi. La zona di Sant’Elena ha vissuto momenti di apprensione e poi di sgomento per l’aggressione avvenuta ieri mattina ai danni di un anziano assiduo frequentatore, come il suo assalitore, della parrocchia della zona.
Una scena da film dell’orrore si è presentata agli occhi dei primi soccorritori, perché l’ottantenne aveva ancora un coltello da cucina conficcato nel collo. Perdeva sangue ma, forse, il fatto stesso che non gli sia stato estratto immediatamente, gli ha consentito di poter essere poi trasferito al Papardo ed operato d’urgenza. Dopo l’intervento dell’equipe chirurgica dell’ospedale della zona nord, l’uomo si trova in prognosi riservata, ma trapela ottimismo sul fatto che possa essersi salvato. Il 53enne accoltellatore, invece, è stato arrestato dalla Polizia e si trova nel carcere di Gazzi. Un’aggressione, quella di ieri mattina alle 8, che sembra affondare le proprie origini in fatti avvenuti undici mesi prima. E allora per provare a fare una ricostruzione più lineare è dal 24 maggio del 2022 che dobbiamo partire.

Una lite nata in Parrocchia

I due vivono in maniera attiva la comunità della chiesa di S. Elena. Per ragioni che non sono mai state ben chiarite ma che in qualche modo potrebbero essere legate proprio alla loro attività in parrocchia, appena fuori dal sagrato di S. Elena, l’ottantenne sarebbe stato aggredito, quella volta a mani nude, dal 53enne. I due erano stati insieme fino a pochi secondi prima in chiesa e assieme stavano tornando verso casa. Vivono infatti entrambi nella stessa palazzina della zona. Per quella aggressione poco dopo inizia un procedimento giudiziario. E qui torniamo ai giorni nostri, perché proprio ieri, come spiega in una nota la legale dell’aggredito Marcella De Luca, era stata fissata la prima udienza presso il Giudice di Pace penale. Ed è proprio lì che l’ottantenne, di buon mattino, si accingeva ad andare per «far valere i propri diritti – scrive l’avvocata – di persona offesa in altro procedimento scaturito dall’aggressione subita, dal medesimo autore che oggi si è costituito dopo averlo ripetutamente accoltellato».
Infatti il 53enne non è fuggito alle sue gravi responsabilità e dopo pochi istanti è stato rintracciato (pare che si sia spontaneamente presentato al commissariato nord del rione Matteotti) dalla Polizia. Non ci sono dubbi sul fatto che possa essere stato lui l’aggressore. Questo emerge dagli approfondimenti. Le indagini sono state curate dalla Squadra Volanti, dalla Mobile e dagli agenti del Commissariato Messina Nord. I primi ad accorrere sono stati i familiari, in particolare la moglie dell’ottantenne e il figlio (poi sentiti dagli inquirenti), allertati da chi sentiva le richieste d’aiuto dell’anziano riverso sul marciapiede, in una pozza di sangue e con una lama piantata nel collo.
Nessuna colluttazione fra i due, solo un’aggressione a quanto pare repentina con un coltello da cucina e avvenuta in strada, nel loro stesso quartiere. Tutto lascia pensare perché, proprio ieri, cominciava un processo per quell’aggressione di un anno prima e dalla quale, evidentemente, l’accoltellatore non era riuscito a “venirne fuori”, se poi l’ha ripetuta con una violenta escalation.
Temeva di dover fare i conti con la giustizia e si è scagliato nuovamente sulla vittima? Qualche dissidio per questioni di vicinato, visto che vivevano nello stesso condominio? O in questi mesi è successo dell’altro, magari, in quel contesto comune della parrocchia che i due frequentavano? L’avvocato dell’aggredito dà la sua versione. «A nome della famiglia – dice l’avvocata Marcella De Luca – mi faccio obbligo segnalare che non si è trattato in alcun modo di una lite condominiale degenerata ma di una seconda aggressione, volta ad impedire l’esercizio di un diritto».

 

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