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UNIME GDS Lab: il giornalismo che cambia ma resta "responsabile" nelle nuove dinamiche multimediali

Cambia il modo di fare giornalismo, lasciando però immutato il valore della notizia, come elemento di conoscenza e partecipazione, e il rispetto di quei canoni deontologici, verità dei fatti e dignità dei soggetti coinvolti, imprescindibili su ogni canale di quella che si definisce informazione di qualità.

Proprio l’evoluzione della comunicazione e in particolare le nuove dinamiche dell’informazione integrata nell’ambito dei diversi media, anche digitali e social, sono state al centro dell’incontro tenutosi ieri al Polo Universitario dell’Annunziata nell’ambito di Unime GDS Lab, il laboratorio di tecnica giornalistica promosso da Società Editrice Sud con l’Università degli Studi di Messina, rivolto a studentesse e studenti dei corsi di laurea in giornalismo, e non solo, desiderosi di approfondire i temi legati al mondo dell’informazione. L’iniziativa suggella un patto formativo fra l’Azienda e l’Ateneo peloritano avviato da tempo e sostenuto dalla Fondazione Bonino Pulejo, che grazie anche alla sinergia con Noi Magazine - l’inserto dedicato all’intero segmento dell’istruzione - ogni settimana ospita i contributi della comunità accademica attraverso lo spazio riservato a UniVersoMe, la testata giornalistica multiforme dell’Università.

A coordinare il laboratorio, la giornalista di Gazzetta del Sud Natalia La Rosa assieme alla docente Unime di Filosofia morale e Etica della comunicazione Maria Laura Giacobello. Ospite dell’incontro di ieri, in collegamento dallo studio del tg di Rtp, il giornalista di Gazzetta del Sud Mauro Cucè, caposervizio del sito web e coordinatore editoriale dell’online e di Rtp, che ha parlato del valore dell’informazione integrata, un percorso intrapreso da Ses nel potenziare i contenuti veicolati grazie all’interscambio tra le testate del network: il giornale cartaceo, la tv, la radio Antenna dello Stretto e il sito web anche con i canali social, una vera e propria rete informativa capace di garantire un’offerta completa riguardo ai contenuti, alla copertura e alle diverse preferenze delle fasce di un’utenza sempre più ampia e variegata.

«La potenzialità del web può fare da traino al cartaceo, permettendo di declinare la notizia in maniera diversa e superando ampiamente quello che inizialmente era stato il timore di una “rivalità”», ha spiegato il caposervizio. Una sfida vinta quella di Gazzetta del Sud online, sito web gratuito che in pochi anni è riuscito a scalare le classifiche collocandosi all’undicesimo posto di Comscore nell’Aprile del 2022 e sviluppandosi anche sui canali social Facebook e Instagram che, comunque devono rispondere sempre alla medesima etica dei canali tradizionali pur se con scelte linguistiche differenti, come evidenziato anche nel dialogo con la prof.ssa Giacobello. E come ribadito da Cucè, alla base del giornalismo 4.0 c’è il feedback degli utenti, potenziali protagonisti attivi attraverso l’interazione e le informazioni che condividono (commenti, contributi fotografici e video), ma soprattutto destinatari, come ha sottolineato La Rosa, di un’azione di “cura” e salvaguardia legata a scelte di qualità, e non all’inseguimento del “click”.

Fra gli argomenti trattati nel corso dell’ampio dibattito con studentesse e studenti, si è parlato anche dei meccanismi d’indicizzazione del sito web in ambito SEO (cioè di Search Engine Optimitation) e del fenomeno del clickbait (letteralmente “acchiappa click”), cioè l’uso di contenuti o titoli capaci di attirare l’attenzione ma spesso senza rispettare gli standard di qualità del giornalismo professionale. «Se c’è un modo in cui il giornalismo può salvarsi è solo facendo “Giornalismo”» ha sottolineato Cucè, richiamando anche il fronte comune di lotta alle fake news e la responsabilità alla quale oggi più che mai i professionisti della notizia, soprattutto nell’ambiente digitale, sono chiamati in costante equilibrio fra qualità e velocità. Spazio anche alle modalità decisionali che, all’interno delle redazioni, portano alla declinazione dei contenuti sui diversi canali, riservando la sede privilegiata di approfondimento e “data journalism” al cartaceo, prezioso e insostituibile strumento d’informazione certificata.

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